Mentre il campionato è ormai fermo da due mesi, in Lega Serie A si continua a discutere su una possibile ripresa del torneo. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina ha esposto di nuovo il suo punto di vista a Canale Europa:
«Non ho l’esigenza di difendere un principio se non è radicato ed ispirato alla tutela della salute dei nostri atleti e degli addetti ai lavori. Abbiamo posto in primo piano questo come principio. Il calcio muove degli interessi economici incredibili, ma è anche un fenomeno sociale di eccezionale rilevanza. Per evitare di correre rischi, il nostro mondo dovrebbe aspettare il vaccino. Ma, ascoltando gli scienziati, dovremmo aspettare la primavera del 2021. Poi un altro anno per essere acquistabile nelle farmacie. Quindi dovremmo sospendere un’impresa sociale ed economica del nostro paese per tutto questo tempo? Sono amareggiato nel dover assistere e contrastare questo oscurantismo verso il calcio. E se ci fosse apatia e disinteresse per un mondo che ogni weekend coinvolge 14 milioni di persone, 12 diversi settori merceologici, produttore di ricchezza nel nostro paese, che fa sognare, che dà speranza, che coniuga intelligenza creativa con la passione civile dei nostri cittadini, la cosa mi rattrista. Se ci fossero condizioni oggettive allora alzerei le mani, ma non è questo il caso. Io comunque mi devo rimettere alla decisione del comitato tecnico scientifico. Annullare un mondo così importante però mi farebbe provare grande amarezza».
SULLE PARTITE IN CHIARO – «Ci sono delle condizioni contrattuali chiare tra Lega Serie A e broadcaster. Noi lo abbiamo auspicato, ma credo che ci siano impedimenti oggettivi che devono essere superati, e possono essere superati solo con un provvedimento del nostro governo».