In occasione dei suoi 60 anni l’ex difensore del Milan Franco Baresi ha concesso una lunga intervista al Corriere dello Sport. L’ex difensore rossonero ha raccontato il passato in campo, citando nomi illustri, e ha parlato anche di presente:
SUL PASSATO – «Tanti giovani mi hanno visto in televisione e non hanno vissuto dal vivo i miei anni. Il Milan è la mia vita. Penso alla mia infanzia e alle tappe che ho dovuto affrontare. Sono arrivato adolescente e oggi, a 60 anni, sono un po’ più maturo e più saggio. Col Milan ne ho viste tante, sia sul campo sia da dirigente. Ho incontrato tante persone lungo il cammino che mi hanno crescere, mi hanno forgiato e mi hanno dato. Rivera, Rocco, Liedholm, Berlusconi e Sacchi. Sono persone che mi hanno dato molto. Rivera è stato il mio capitano. Da lui ho imparato tantissimo, anche se l’ho avuto solo un anno perché lui era a fine carriera. Mi è servito tantissimo quell’annata dove vincemmo lo scudetto della stella con una squadra che non era, di certo, la favorita per vincere il campionato. Liedholm e Rocco sono state due icone e se penso a loro, mi vengono i brividi».
IL RICORDO MIGLIORE – «Uno solo è difficile. Anche se metterei in fila i primi due anni di Sacchi. Lo scudetto del 1988 è stato pieno di sorprese perché praticavamo un calcio nuovo, diverso. L’anno dopo siamo tornati in Coppa dei Campioni e l’abbiamo vinta. In breve siamo arrivati in cima al mondo. È stato un momento grandioso».
SU ROMAGNOLI – «Sappiamo quali siano le qualità di Alessio, uno dei giocatori migliori che abbiamo in Italia. E’ al Milan da diversi anni e credo che stia capendo l’importanza di giocare con la maglia rossonera. La fascia al braccio è un pezzo di stoffa, ma ha effetti incredibili su chi la indossa».
SU DONNARUMMA – «Le opportunità sono diverse rispetto ai miei tempi, dare consigli è sempre molto difficile. Se fossi in lui non esiterei a rimanere».