Papu Gomez: «Ho messo in palio il ricordo più bello della mia vita»

by Redazione Cronache
gomez

Alejandro Gomez e la beneficenza. L’iniziativa del Papu a favore degli ospedali di tutto il mondo attraverso le maglie donate dai più grandi campioni del calcio – vi avevamo raccontato qui di The Biggest Game – e l’emozione per aver coinvolto tanti calciatori e sportivi raccontata in esclusiva a Cronache di Spogliatoio.

Finalmente sei tornato in campo. Quali sono state le prime sensazioni?

«La situazione è davvero brutta. Siamo tornati a riassaporare l’erba ma toccare il pallone da solo è triste. Non sono convinto che questa situazione abbia migliorato le persone. Abbiamo paura l’uno dell’altro e non mi piace. Ma per adesso è così e tutta la squadra ovviamente lo sta accettando».

Tu ti sei mosso in prima persona per aiutare l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

«Sì, e l’ho voluto fare nel modo più limpido e pulito possibile. Io e Linda abbiamo deciso di sfruttare Shirtum, una piattaforma che permette all’utente di acquistare un token con soli 5 euro e partecipare all’estrazione. Il tutto tracciato dal sistema blockchain che garantisce la sicurezza dell’investimento, una sorta di notaio virtuale. Abbiamo messo in palio le maglie dei più grande sportivi del pianeta: van Dijk, Rakitic, Dybala, Modric, Dani Alves e perfino il tennista Juan Martin Del Potro che ha deciso di donarci le scarpe con cui ha giocato la semifinale di Wimbledon contro Rafa Nadal. Mi ha detto che hanno ancora l’erba sotto alle suole».

Appena leggi certi nomi ti viene subito da chiederti: ‘Ma come ha fatto il Papu a convincerli?’

«Sono rimasto davvero stupito dalla voglia di aiutare e mettersi in gioco che hanno i calciatori. Spesso ci descrivono come i ricconi che fanno meno di quello che potrebbero ma non sanno che in realtà spesso aiutiamo in silenzio. Ci affezioniamo a delle cause ovvio, non possiamo aiutare tutti. Comunque la maggior parte li conoscevo e sono stati felici di intervenire mentre per altri ho chiesto aiuto ai miei compagni di squadra. Grazie a Pasalic hanno aderito anche Modric e Rakitic, dovrò fare un regalo a quel ragazzo. Mentre De Roon mi ha aiutato con van Dijk».

Alla fine è stata un’occasione anche per te di conoscere super campioni che ancora non avevi affrontato?

«Assolutamente sì. È stato emozionante. Una sera, ad esempio, ho scritto a Dani Alves. Non ci siamo mai incontrati e non sapevo nemmeno se aveva idea di chi fossi. Sono andato a letto e la mattina seguente ho letto il suo nome in direct. ‘Ciao Papu, certo fratello lo faccio molto volentieri’. È stato super. Ognuno ha messo sul piatto un pezzo di sé, della sua storia. Anche maglie di finali. Come El Tucu Correa che ci ha dato la maglia della finale di Coppa Italia che hanno vinto contro di noi. Io ho messo quella degli ottavi di Champions contro il Valencia, non so neanche se mai un giorno li rigiocherò. È un ricordo a cui sono veramente legato ma l’ho fatto col cuore».