di Andrea Sperti
Perché negli ultimi 45 anni la Juventus ha scelto solo allenatori italiani in Serie A? Questa è la domanda che ci siamo posti spulciando i nomi dei tecnici bianconeri nella storia recente del club.
L’unico allenatore straniero dal 1975 ad oggi, infatti, è stato Didier Deschamps, nella stagione 2006/2007 in Serie B. Il tecnico francese è stato scelto in quell’anno particolare per garantire esperienza ad un gruppo composto da senatori e giovani dalle belle speranze, con l’intento di trasmettere a quest’ultimi il valore di una maglia che tempo prima aveva indossato da calciatore.
Cestmir Vycpalek: l’ultimo allenatore straniero della Juventus in Serie A
L’ultimo tecnico non italiano, prima dell’ex centrocampista francese, è stato, invece, Cestmir Vycpalek. Anch’egli ha indossato la maglia della Juventus prima di diventarne allenatore. Il nativo di Praga è stato sulla panchina bianconera per tre stagioni, conquistando due scudetti ed una finale di Coppa dei Campioni persa contro l’Ajax. A dire il vero, l’allenatore ceco allenava in quel tempo le giovanili juventine, ma è stato promosso in prima squadra dopo la sfortunata morte di Armando Picchi. Cestmir è venuto a mancare il 5 maggio 2002, in un giorno felice per tutti i tifosi juventini, grazie allo Scudetto vinto proprio in quella data ai danni dell’Inter. Un’altra singolare curiosità che riguarda questo allenatore è il fatto che egli fosse lo zio di Zdenek Zeman, un tecnico che spesso ha rilasciato dichiarazioni pesanti proprio nei confronti della Juventus.
La svolta dal 1974: totale fiducia agli allenatori italiani
Dal 1974 in poi vi è stata la svolta: la Juventus ha scelto di dare totale fiducia ad allenatori italiani. Probabilmente la ragione più plausibile riguarda l’aspetto tattico del calcio nostrano. La proprietà juventina ha sempre avuto ben radicata l’idea della vittoria e l’arrivo di un tecnico straniero, con l’ambientamento che ne comporta, avrebbe potuto compromettere il successo finale. Il gioco della Juventus, negli anni, è stato spesso molto simile, nonostante cambiassero gli allenatori. Le formazioni costruite negli ultimi 45 anni hanno sempre avuto un’ossatura totalmente italiana, con un allenatore che conosceva i propri giocatori e sapeva come farli rendere al meglio. A Torino non hanno visto quasi mai il gioco più divertente del campionato, ma alla fine hanno portato a casa più trofei di tutti in Italia e per tifosi e società questo è quello che conta davvero.
Maurizio Sarri e la ricerca della vittoria tramite il bel gioco
L’arrivo di Maurizio Sarri lo scorso anno ha cambiato la prospettiva della vittoria. Il presidente Agnelli ha voluto modificare leggermente il cosiddetto DNA bianconero, provando a vincere attraverso il bel gioco. La Juventus è in corsa per tutti e tre gli obbiettivi stagionali, anche se non ha sempre espresso un gioco scoppiettante, soprattutto nel 2020. Sebbene i giocatori della formazione bianconera siano in grado di risolvere la partita in ogni istante, l’ex allenatore del Napoli deve ancora lavorare sulle proprie idee di gioco, per trasmetterle a tutti gli interpreti della rosa. Ci sarà da migliorare, ma ci sono tutti i presupposti per farlo. Perché se è vero che vincere è l’unica cosa che conta, farlo giocando bene può dare ancora maggiore soddisfazione.