Maurizio Setti, presidente dell’Hellas Verona, ha parlato nel corso di una video conferenza con gli studenti del Liceo Mazzatinti di Gubbio, spiegando le dinamiche societarie della formazione veneta. Queste le sue dichiarazioni riportate sul sito ufficiale del club.
CORONAVIRUS – «Anche per quanto riguarda il calcio la pandemia di Covid-19 è stata un duro colpo. Questo settore, in Italia, dà lavoro a circa 300.000 persone: ci sono moltissime figure professionali distanti dai calciatori e dai loro guadagni che però col pallone ci vivono e che sono fondamentali per la sopravvivenza del movimento. Per questo è importante ripartire e portare a termine la stagione, con un protocollo guidato dal buon senso».
BUDGET – «Siamo un’industria importante con i suoi costi e i suoi ricavi, molto diversa dai tempi nei quali il calcio era sostanzialmente un investimento passionale degli imprenditori più facoltosi. L’Hellas Verona, da questo punto di vista, ha sempre cercato di avere una gestione intelligente dei costi perché, in questo mondo, gli errori si pagano a caro prezzo. Per i club della nostra dimensione le idee e la passione sono fondamentali: non possiamo competere sul piano del budget con le società più grandi, ma con determinazione e applicazione può succedere – come è capitato a noi quest’anno – di battere squadre del calibro della Juventus, che ha un fatturato dieci volte il nostro».
KUMBULLA – «E poi c’è il Settore Giovanile, linfa vitale per una società come la nostra. Kumbulla ne è un fulgido esempio: è con noi fin dai Pulcini e oggi gioca in Serie A con addosso gli occhi dei più grandi club europei. Tornare a giocare, dopo il parere positivo del comitato tecnico scientifico, è importante per attutire il contraccolpo economico e per riprendere a svolgere la grande funzione sociale che ha il calcio in Italia. Anche nelle settimane più difficili il nostro messaggio è stato di speranza e coerente con le tantissime attività benefiche che portiamo avanti da molti anni. Il sociale è per noi importante, non porta ricavi ma regala sorrisi e speranza a quante più persone possibili nel nostro territorio, e non solo».
TIFOSI – «La nostra speranza è anche quella di riportare i tifosi allo stadio: abbiamo oltre 30.000 posti agibili al Bentegodi e circa 10.000 abbonati. Con la giusta procedura, in un numero congruo al momento e con le giuste precauzioni, penso si possa restituire ai tifosi la possibilità di esserci, specie se la curva dei contagi scenderà ulteriormente. Ne guadagnerebbe anche lo spettacolo. Quello che invece voglio dire agli studenti è di scegliere il proprio percorso seguendo la propria passione: il lavoro è qualcosa che ci accompagna per tutta la vita ed è fondamentale scegliere di viverlo facendo qualcosa che ci piace».