di Gabriele Codeglia
A poche ore dal ritorno della semifinale di Coppa Italia tra Napoli e Inter, il doppio ex Francesco Moriero ha rilasciato alcune dichiarazioni sul momento delle due squadre che si affronteranno stasera al San Paolo alle 21:00.
Per Moriero, grande amico di Antonio Conte, sono state in totale 83 le presenze con la maglia dell’Inter con cui ha anche segnato 10 gol, tra il 1997 e il 2000. Sotto la guida di Gigi Simoni, alla sua prima stagione in nerazzurro, conquista la Coppa UEFA, risultando il quarto miglior marcatore della rosa tra tutte le competizioni, dietro Ronaldo, Djorkaeff e Simeone.
Chiude poi la carriera al Napoli, a soli 33 anni: nelle due stagioni al San Paolo colleziona 26 presenze e una rete.
Ecco le sue parole in esclusiva a Cronache di Spogliatoio.
Si aspettava una stagione così importante da parte dell’Inter?
«Non sono stupito dal percorso e dalla stagione che l’Inter stava facendo. Resta comunque una grande società con un grande allenatore. Ad oggi, sulla carta, è ancora in lizza per tutte e tre le competizioni alle quali ha preso parte, quindi potenzialmente può vincere tutto. Bisogna capire e valutare come si presenterà la squadra al rientro dopo tutto questo tempo lontano dal campo: la sosta ha azzerato ogni gerarchia».
Lei ha un grande rapporto con Conte, fin dagli esordi assieme ai tempi del Lecce. Cosa rivede oggi in lui da allenatore?
«Il rapporto con Antonio è sempre quello di una volta. Siamo grandi amici, ogni tanto ci sentiamo. Anche lui è sempre lo stesso, com’era da ragazzo lo rivedi oggi in panchina. Un ragazzo umile, ma ambizioso. Io credo che lui sia la medicina utile ad ogni squadra che punti a vincere: alla fine è quello il suo obiettivo».
Lautaro al Barcellona: ormai la trattativa sembra essere molto avanzata. Secondo lei l’Inter dovrebbe far di tutto per trattenerlo o davanti a certe cifre è giusto cedere?
«Sono dell’idea che l’Inter dovrebbe trattenere i migliori giocatori che ha, se vuole competere con le grandi squadre europee. Per cui io sono convinto che la società farà di tutto per tenerlo, poi ovviamente il mercato riserva sempre grandi sorprese e da un lato è anche giusto dare un’occhiata la bilancio. Però, il mio piccolo consiglio è di cercare di trattenere questo giocatore che sta crescendo sempre di più».
Il possibile successore, stando alle ultime voci, potrebbe essere Chiesa. Sarebbe l’uomo giusto anche per fare la seconda punta?
«Per come la vedo io, no: Chiesa è un esterno di quelli forti. Potrebbe anche giocare come seconda punta, ma non è il suo ruolo. Nel 3-5-2 di Conte potrebbe benissimo fare l’esterno, un po’ come facevo io, perché, al di là delle caratteristiche offensive, Chiesa la fascia la fa tutta. Magari, a quel punto, il modulo potrebbe essere interpretato in maniera diversa: con un esterno più votato all’attacco, come Chiesa, da una parte e l’altro esterno che dia più equilibrio dall’altra. Poi è chiaro che Chiesa debba lavorar sulla fase difensiva, però credo che sotto la guida di Conte diventerebbe un giocatore completo e ancora più forte, perché Antonio è fortissimo nell’insegnare e trasferire dettami tattici ai propri giocatori».
Passiamo al Napoli. Come reputa la gestione di De Laurentiis nelle ultime stagioni?
«Purtroppo sono andati via tre elementi fondamentali nelle ultime stagioni: mi riferisco a Higuain, Jorginho e Sarri. Stesso discorso che facevo riguardo all’Inter: se vuoi ambire a qualcosa di grande, devi essere in grado di tenere determinati soggetti. Ogni stagione con Sarri sembrava dovesse essere quella giusta, ma alla fine non è andata così. Dall’altra parte credo però che sia normale guardare alle casse del club, alle entrate e alle uscite. In sintesi, ritengo comunque che De Laurentiis in questi anni abbia investito molto per il Napoli e stia facendo un grande lavoro. Le critiche sulla gestione fanno parte del gioco: prima o poi riuscirà a vincere».
Ancelotti era l’uomo giusto per l’ambiente Napoli?
«Stiamo parlando di un grandissimo e la sua carriera parla chiaro, lo stimo sia come persona che come tecnico. Però quando fai l’allenatore puoi incontrare molte difficoltà, che siano gestionali o tecnico-tattiche. Non c’è mai una verità univoca o un perché, un motivo preciso per cui vieni esonerato. La società ha deciso di mandarlo via e, da collega, certamente non do la colpa ad Ancelotti: fa parte del mestiere, sinceramente non so dire se interrompere la sua avventura sia stata una scelta giusta o sbagliata».
Con Gattuso passo in avanti, rappresenta meglio la piazza, oppure è una scommessa troppo azzardata?
«Secondo me, Rino rappresenta proprio Napoli. Per il suo carattere sanguigno e grintoso credo che, in questo momento, sia l’allenatore giusto per una piazza come quella».
Milik probabile partente: Petagna è un attaccante da Napoli?
«Sinceramente, io terrei Milik. Petagna ha dimostrato di essere un ottimo calciatore, secondo me non è al livello di Milik. Gattuso lo ha voluto perché predilige un certo tipo di attaccante, con caratteristiche un po’ diverse, ancora più forte fisicamente. Ovviamente Petagna ha le possibilità per fare bene e ce lo auguriamo tutti. Rino si è preso una responsabilità e la società lo ha assecondato, come del resto sta accadendo in generale per il mercato del Napoli: seguono molto le indicazioni del proprio allenatore».
In conclusione, nonostante i tempi e le circostanze, tra Napoli e Inter, chi passerà il turno?
«Sono molto curioso di vedere come reagiranno i calciatori dopo questi mesi di stop. Secondo me ci potrebbero essere molte sorprese, ma resta comunque molto difficile fare un pronostico. Sinceramente non lo so proprio».