Bologna, Mihajlovic: «Mi sento più forte di prima. L’aneddoto sul ritorno in panchina»

by Redazione Cronache
poli mihajlovic

Sinisa Mihajlovic, tecnico del Bologna, è diventato il nuovo testimoniale dell’AIL (Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi) ed ha parlato così durante la presentazione alla stampa del progetto “Con Sinisa per la ricerca”: «Sono felice di essere l’uomo immagine dell’AIL. E’ un riconoscimento importante che riempie il mio cuore di gioia. Ringrazio tutti i medici, gli infermieri e coloro che mi hanno sostenuto. Inoltre un grazie speciale al dottor Tura e il Dottor Cavo».

LA MALATTIA – «Quando i dottori mi comunicarono la mia malattia non sapevo molto, gli chiesi se avessi potuto ancora vivere. Loro mi risposero di sì. Grazie alla ricerca che è stata fatta in questi anni e che ha reso curabili malattie che prima non lo erano».

LA PANCHINA – «La testa è fondamentale in questa lotta. Ricordo quando volevo tornare in panchina. A decidere era il dottor Cavo. Inizialmente forse non era il caso, ma lui sapeva che non andare per me avrebbe significato stare peggio. Ha avuto una comprensione infinita nei miei riguardi».

IL PRESENTE – «Sto molto bene: mi sento più forte di prima, ormai sono a quasi sette mesi dal trapianto, il peggio dovrebbe essere passato, poi ci vuole un anno affinché si possa tornare alla normalità, anche se dipende da persona a persona. Oggi faccio 10 km di corsa, alzo i pesi. Uno deve fare quello che si sente: ci sono stati momenti in cui mi sentivo stanco, bisogna cercare di non fare errori ma solo quello che ti senti».

DONARE – «La ricerca è fondamentale così come lo è donare. Non c’è nessuna soddisfazione più grande che donare il midollo per salvare una vita umana. E’ un piccolo sacrificio per chi lo fa, ma è un grande dono per chi lo riceve».