Mattia Caldara, difensore dell’Atalanta, ha parlato al Corriere di Bergamo a due giorni dal ritorno in campo contro il Sassuolo.
BERGAMO – «Dopo l’emergenza coronavirus la vedo in maniera diversa. È stata la città più colpita d’Italia. Ho ancora nelle orecchie le sirene delle ambulanze che squarciavano un silenzio irreale. Sono di Scanzorosciate, che è a due passi da Alzano, e so cosa hanno passato molte famiglie bergamasche. Molte di loro hanno perso i propri cari oppure li hanno visti combattere in ospedale. Ho sentito storie strazianti. Vogliamo ritornare a giocare anche per loro. Per cercare, almeno per un attimo, di lenire il loro dolore. E regalare un po’ di spensieratezza».
SENZA TIFOSI – «Ho visto le gare di Coppa Italia: per me era meglio lasciare lo stadio senza la grafica sugli spalti, mostrando i seggiolini vuoti. Ovviamente sarà completamente un’altra atmosfera ed è una cosa con cui sarà necessario fare i conti. Perché mancherà la spinta dei tifosi e dovremo essere bravi a darci la carica in autonomia. Sarà ancora più importante aiutarci l’uno con l’altro e tenere alta la concentrazione. Perché senza pubblico c’è il rischio di pensare di disputare una partitella d’allenamento».
CHAMPIONS LEAGUE – «La formula della final eight la fa assomigliare a un piccolo Mondiale. Anche qui conterà molto l’approccio mentale. Le partite saranno secche. Bisognerà essere consapevoli che se perdi non hai possibilità di appello con l’eventuale partita di ritorno. Chance di ritornare in Champions? In classifica abbiamo un piccolo vantaggio che contiamo di mantenere anche in futuro. All’inseguimento ci sono squadre forti, ma siamo consapevoli dei nostri mezzi».
FUTURO – «Se ci penso? Al momento no. Sono concentrato sul presente e voglio dimostrare di essere il giocatore che hanno visto a Bergamo prima che andassi via».
MILAN – «Gli infortuni non hanno aiutato. I continui fastidi non mi permettevano di allenarmi bene. Fortunatamente a livello fisico ho recuperato e, come dicevo, lotterò per tornare ai miei livelli».