Il centrocampista dell’Inter, Nicolò Barella, ha parlato al Matchday Programme della partita contro il Torino, in programma questa sera.
DA PICCOLO – «Mio padre ha sempre guardato tutte le partite, ma proprio tutte quelle che passavano in tv. E io con lui: guardavo, immagazzinavo, apprendevo. Per dire: ricordo i gol di Stankovic, già da piccolo ero impressionato dalla sua capacità di calciare, mi hanno sempre affascinato e stupito le sue conclusioni. Due sono indelebili: il gol nel derby da fuori area e quello al volo da centrocampo con lo Schalke 04».
PASSATO – «Mi sono allenato tanto… quando mia mamma mi rincorreva per casa! Comunque anche io mi stanco, però ho la fortuna di avere una grande resistenza. Magari altri hanno più tecnica, io ho questa qualità. La mia esultanza dopo il gol con il Verona ha liberato tutto quello che provo quando sono in campo: sentire lo stadio esplodere così è stato fantastico, sono le emozioni per le quali scendo in campo. Non è stato semplice arrivare fino a qui: sono giovane, ma il percorso è stato duro, con momenti difficili. Capitava di pensare di non poter raggiungere determinati traguardi, invece sono qui. E sono contento».
IL GRUPPO – «Quello dell’Inter è davvero un gruppo affiatato: il legame coi compagni è ottimo, tutti remano nella stessa direzione con l’obiettivo di fare sempre meglio. Quelli che mi danno più consigli sono Handanovic e Borja Valero».
LEBRON JAMES – «Tanti parlano di lui per i titoli, per le finali, ma io lo stimo soprattutto come persona. I suoi compagni lo vivono come un fratello, come un punto di riferimento nello spogliatoio. E sì, io vorrei vincere tanto, ma allo stesso tempo il mio obiettivo è lasciare un bel ricordo, un segno nei miei compagni. Una traccia di Nicolò Barella nel calcio, come persona e come sportivo».