Nicola Rizzoli, designatore arbitrale, in una lettera di risposta a La Gazzetta dello Sport, ha toccato vari temi, soffermandosi soprattutto sui falli da rigore: «Un fallo di mano che impedisce ad un tiro di arrivare in porta o un cross di raggiungere l’interno dell’area di rigore deve avere una rilevanza calcistica diversa rispetto a un tocco tra braccio e pallone innocuo che sta uscendo dall’area di rigore. Le statistiche sulla tipologia dei falli di mano, infatti, danno questo conforto. Sui 50 rigori decretati in questa stagione: 30 puniscono un braccio/mano che ha intercettato un tiro o un cross; 8 un fallo di mano volontario, mentre i restanti 12 per contatti mano/pallone dovuti alla posizione delle braccia sopra le spalle o posizionate in modo innaturale aumentando lo spazio occupato dal corpo. Oggi, infatti, la regola continua evidentemente a punire i falli volontari, ma stabilisce inoltre dei criteri di punibilità anche di ciò che non è volontario. Ci si poteva aspettare, quindi, un aumento dei calci di rigore ma non credo sia corretto imputare tutto al cambiamento della regola.Il problema c’è. Sono convinto che vada affrontato tutti assieme. Esiste già un occasione di incontro tra arbitri, dirigenti, allenatori e capitani dalla quale onestamente mi sarei sempre aspettato qualcosa di diverso: proposte, idee per condividere tutti assieme una filosofia comune nelle interpretazioni delle regole. Capisco non sia facile, ma un confronto maggiore, partecipato e sereno aiuterebbe il sistema italiano a crescere maggiormente».