Montpellier mon amour: storia di una Ligue1 inaspettata

by Redazione Cronache

«È facendo qualcosa, non importa cosa, che si diventa qualcuno». C’era questo scritto sulla maglietta di Olivier Giroud nel giorno della vittoria contro il Caen, nel bel mezzo di marzo, nel bel mezzo della cavalcata che ha portato alla conquista della prima Ligue1 nella storia del Montpellier.

Artista

La paternità della frase porta il nome di Remì Gaillard, giocoliere di professione che proprio in quegli anni faceva impazzire milioni di spettatori sulla rete intrufolandosi nelle manifestazioni sportive per fingersi parte dello spettacolo. Telecamera nascosta, piedi da regista e il gioco era fatto.

La stretta di mano dell’allora Presidente della Repubblica Jacques Chirac, quando Gaillard si finse giocatore del Lorient nel corso dei festeggiamenti per la vittoria nella finale di coppa contro il Bastia, in Francia se la ricordano bene. Si ricordano bene anche la vittoria del campionato di quel Montpellier, capace di trionfare a pochi mesi di distanza dal super Lille di Hazard, Gervinho, Moussa Sow, Cabaye, Rami e chi più ne ha più ne metta. Loro meriteranno un capitolo a parte.

Tradizione

La società, aveva già vissuto piccoli momenti di gloria e accolto campioni del calibro di Milla, Valderrama, Laurent Blanc (storico capitano), un giovane e già eccentrico Eric Cantona, l’attuale allenatore Der Zakarian. A rilanciarla nel grande calcio a partire dal 1974 era stato Louis Nicolin, presidente a dir poco istrionico, protagonista anche nella storica stagione 2011-2012. Capace persino di tingersi i capelli d’arancione per festeggiare in piazza con i tifosi. A proposito di galletti. Per descrivere la squadra di René Girard si potrebbe partire dal già citato Giroud, bomber di razza consacratosi con la 17 sulle spalle: un Ciro Immobile ante litteram. Approdato in Ligue1 nella stagione precedente, la sua prima rete era arrivata in Europa League: niente di strano per quello che sarebbe diventato un veterano della coppa.

Protagonisti

Se l’esperienza dell’allenatore, prima dietro le quinte della nazionale maggiore e poi da selezionatore nelle giovanili, ha probabilmente giocato un ruolo determinante nel saper trattare alla stessa maniera veterani e gregari, l’uomo del settore giovanile si chiama Serge Delmas, che quella squadra ha sempre preferito chiamarla «galattica» sulle orme del Real Madrid. Lui vide crescere la leadership di Younès Belhanda, il funambolo Remì Cabella e il roccioso Yanga-Mbiwa, capitano convocato in nazionale proprio da Blanc. Per tutti e tre, come per tanti altri, quel titolo resterà il gradino più alto in una carriera di saliscendi. Dal 14° posto del 2011 e dopo essere uscito ai preliminari di Europa League, eliminato dagli ungheresi del Győri e sconfitto in finale di coppa nazionale, il Montpellier riuscì a inanellare nella stagione successiva una striscia di risultati utili senza precedenti.

Rivali

82 punti in classifica dopo una campagna acquisti centellinata per centrare la salvezza, 50 di questi conquistati in casa: record nell’era dei campionati delle vittorie da 3 punti. Gli stessi che hanno separato la squadra di Girard da un Paris Saint-Germain in ascesa ma ancora acerbo. Quel PSG, rinforzato in estate da Pastore, Sirigu, Matuidi, Sissoko, Menez e Gameiro, aveva puntato ancora su Kombouaré, cacciandolo a dicembre e al primo posto in classifica. Al suo posto «Re Carlo» Ancelotti, accompagnato al Parco dei Principi da Alex, Maxwell e Thiago Motta ma superato nel girone di ritorno proprio dal Montpellier dei miracoli.

Destino volle che non fosse ancora il loro anno. Per diventare la squadra regina di Francia sarebbe servita ancora qualche finestra di mercato. La creatura di Louis Nicolin, scomparso nel 2017 e sostituito dal figlio Laurent, si è pian piano ridimensionata ma a 8 anni di distanza, in pieno centro classifica e nella massima serie, continua a calzare nel vestito. Che sia quello del primo youtuber di professione o del bomber di razza, poco importa: qui l’importante è diventare qualcuno. Gaillard l’ha sbandierato in giro per la Francia, Giroud se l’è stampato sulla maglia, il Montpellier l’ha scritto nella storia.