Gioia e dolore per Jurgen Klopp. Gioia per i successi – negli ultimi tredici mesi Champions e Premier League – e dolore. Tanto dolore. L’allenatore tedesco, per il prosieguo della sua carriera, ha dovuto tirare fuori delle motivazioni extra tutt’altro che facili. Motivazioni che per Jurgen hanno a che vedere con Norbert Klopp, suo papà, che non ha mai fatto in tempo a vederlo seduto su di una panchina di calcio. Come ha raccontato lo stesso Jurgen ai taccuini del Sun.
PADRE – «Non mi ha mai visto fare l’allenatore, è morto quattro mesi prima che diventassi tecnico del Mainz. Anche lui era un talento naturale. Se glielo avessi chiesto mi avrebbe detto ‘sì, devi fare l’allenatore’, ma non ne abbiamo mai parlato. Durante tutta la mia carriera da giocatore mi ha stimolato parecchio, quasi sempre con critiche molto pesanti. Ma la mia vera carriera non è mai riuscito a vederla».
SIMILITUDINI – «Quello che rende tutto più strano è che ora che ho 53 anni, se mi guardo allo specchio da una particolare angolazione, mi spavento a morte perché sono uguale a mio padre. E in vita mia non gli ho mai somigliato, sono sempre stato uguale a mia madre. Ma all’improvviso è cambiato tutto e sono diventato mio padre. È davvero assurdo».