di Giulio Zampini
C’è una piccola chiesa, nella città di Leverkusen, che la geografia ha relegato ai margini del Cristianesimo. Diciannove occupano il centro. Solo una, St. Engelbert, sovrasta le colline tedesche. Cosa c’entra la religione con il calcio? Nulla, se non la fede verso qualcuno o qualcosa. Come la fede dei tifosi verso la squadra e il credo dei giocatori verso i propri obiettivi. Per il Leverkusen l’Europa League.
Peter Bosz ci crede
Sul taccuino di Peter Bosz, vicino alla scritta “Europa League”, è stato da tempo posto un cerchio rosso. Rossissimo. Soprattutto dopo i risultati (non) ottenuti in campionato, che hanno messo in dubbio il futuro del tecnico olandese. Una stagione e mezza alla guida del club tedesco non è bastata per cancellare, al momento, la maledizione che va avanti dal 1993 – è di quell’anno l‘ultimo trofeo del Bayer, la Coppa di Germania – e tantomeno per gettare basi solide. Sfumata la qualificazione in Champions con il quinto posto finale in campionato, al Leverkusen non è rimasta altra strada: vincere l’Europa League per partecipare alla prossima edizione della coppa dalle grandi orecchie.
Sotto la sua guida, però, non tutto è andato in rovina: Wirtz e Stanilewicz sono stati promossi in prima squadra, Havertz ha continuato il suo percorso di crescita. D’altronde, Olanda e giovani nel mondo del calcio sembrano quasi sinonimi. Ma il plauso, a parole, non è mai diventato un applauso concreto: quando la squadra è stata chiamata a svoltare la stagione, i risultati sono venuti a mancare – come la Coppa di Germania persa in finale contro il Bayern Monaco.
Tra il Leverkusen e l’Inter… la Juventus
Il Bayer giocherà “in casa” – la Düsseldorf Arena dista poco più di 60 chilometri da Leverkusen. All’Inter la sfida contro l’unica squadra tedesca ai quarti di Europa League. Dieci a uno il confronto delle sfide giocate nell’ultimo mese. Per il Bayer solamente gli ottavi di coppa contro il Rangers: 1-0, gol di Diaby e pass per i quarti in tasca. Se i ragazzi di Conte punteranno sul ritmo, specialità di casa, la partita potrà prendere tutt’altra piega.
Per i nerazzurri la squadra tedesca è un avversario di livello, scesa dal girone di Champions per colpa di Juventus e Atletico Madrid. A proposito del club bianconero: per continuare la rincorsa alla Juventus già intrapresa in campionato, l’Inter ha a disposizione due partite recenti da poter riguardare e vivisezionare: Juventus-Leverkusen (3-0) e Leverkusen-Juventus (0-2), entrambe stravinte da Sarri, nel risultato e nel gioco. Certo, era un altro calcio, pre-Covid, e un altro Bayer. Giusto un esempio: Tah, allora un pilastro, negli ultimi mesi è retrocesso nei piani Bosz fino alla panchina.
Chi affronterà l’Inter
Una certezza su tutte: Kai Havertz ci sarà dal 1’. Non come quella volta in cui, sempre in campo europeo – nel ritorno degli ottavi di Champions contro l’Atletico Madrid –, l’allora 18 enne attaccante tedesco dovette abbandonare i compagni per un motivo scolastico. “Havertz ha un importante esame a scuola”, lo giustificò il club.
Personnel situation:
Injured:
Toprak
Tah
Kießling
BenderYellow-card ban:
HenrichsHavertz has important exams at school.#AtletiB04
— Bayer 04 Leverkusen (@bayer04_en) March 14, 2017
La linea che separa i limiti dai pregi del Bayer è la cintola di centrocampo: dietro la squadra traballa – troppi i 44 gol presi in campionato per raggiungere l’obiettivo stagionale: la qualificazione in Champions-, mentre è davanti che Bosz affida le sue speranze di qualificazione. Tecnico olandese, abbiamo detto. E forse basterebbe questo per inquadrare le sue idee di calcio: gioco offensivo, possesso palla e pressing a tutto campo. E attaccare, attaccare, attaccare. Per questo la difesa dietro non ha mai dato segni di solidità: manca equilibrio, e di certo non hanno aiutato i continui saliscendi di prestazione dei singoli – Tah, ribadiamo, su tutti.
Buona parte del futuro del Leverkusen passerà dalla sfida di quest sera. Fernando Carro non ha la nomea del presidente “mangia-allenatori”. Il tempo – è presidente del club da metà 2018 – non gli ha dato ancora la possibilità di scegliere il proprio ruolo: patron clemente o esigente? Ad un certo punto, però, la clemenza può scemare anche ai più pazienti. Ora o mai più? Meglio non esagerare, ma ancora meglio se sarà ora. Peter Bosz ci crede: “Abbiamo ancora la possibilità di vincere un titolo, l’atmosfera è buona”. La società è con lui, i tifosi sono con la squadra. Basterà la fede per battere l’Inter?