Dopo le sfortunate esperienze di Bologna e del Milan, Filippo Inzaghi ci riprova. Questa sarà la sua terza stagione da allenatore in Serie A. Lo scorso anno la straordinaria cavalcata in B con il Benevento, chiusa con 18 punti di vantaggio sul Crotone, secondo. Il tecnico giallorosso ha parlato alla Gazzetta dello Sport, spiegando cosa sia aspetta dalla sua squadra.
OBIETTIVI – «Essere il rompiscatole del campionato. Giocare senza snaturarci, andare oltre i nostri limiti, proporre un calcio organizzato nelle due fasi».
MERCATO – «Il Benevento potrebbe allungare la carriera di alcuni giocatori. Bonaventura, ad esempio, qui potrebbe perfino tornare in Nazionale. Ma sia chiaro che non cerchiamo nomi a caso. Chiunque venga deve essere funzionale al progetto».
PRESSIONI – «Non mi sento sotto esame, perché lo sono sempre stato anche quando giocavo. Segnavo tanto e l’anno dopo ci si aspettava che segnassi di più. Non ne ho mai fatto una questione di categoria: mi diverto come quando guidavo gli Allievi del Milan. Il calcio mi ha dato tutto quello che poteva e anche di più. Io alleno perché mi piace».
CONDIZIONE ATLETICA – «Sarà fondamentale e abbiamo iniziato presto il ritiro anche perché vorremmo partire bene. Non so come mai il ritmo in generale non sia alto, ma spero che il Benevento abbia sempre un buon livello di forma».
PIRLO – «Vederlo alla Juve mi incuriosisce. Gli avevo mandato un messaggio dopo la nomina per l’Under 23 e ho dovuto mandargliene un altro subito dopo. È un ragazzo molto intelligente, che si aggiorna tanto. Ha la fortuna di iniziare in una grande società e con un gruppo fortissimo. Gli auguro ogni bene. Mi fanno sorridere i dubbi caratteriali: non è vero che se non urli non incidi. L’allenatore deve essere anche un bravo psicologo».