di Andrea Sperti
Essere portieri non è facile. Sei solo, con una porta alle spalle e con una curva piena pronta a giudicarti. Non importa se tu sia un avversario o il loro estremo difensore. Ogni tuo errore vale un gol subito ed un macigno nella tua testa.
Spesso in porta ci finisce quello meno dotato tecnicamente, quello che con i piedi fa solo danni ma con le mani se la cava. I più bravi sono in mezzo al campo. In porta, tra tre pezzi di legno che sorreggono una rete, invece, ci vanno le schiappe.
Poi arriva un momento, il momento probabilmente. Quel ruolo cambia, non si tratta più di calcio ma di un modo di vivere, di intendere la vita, di guardare le cose da una prospettiva diversa, da dietro mentre si guida la propria difesa. Portieri si nasce diceva qualcuno e forse aveva ragione.
Di sicuro il protagonista della storia che vi stiamo per raccontare ha deciso di diventare portiere fin da subito o, meglio, è arrivato sulla Terra con un compito preciso: acchiappare i sogni degli altri e regalarli a se stesso ed ai propri tifosi.
Julio Cesar, l’arrivo in Italia e gli anni all’Inter
Julio Cesar, ex portiere dell’Inter, oggi compie 41 anni. Ha smesso di parare da un po’ ma provate a nominarlo ai tifosi nerazzurri. I loro occhi si riempiranno di ricordi ed immagini e quelli più romantici verseranno anche qualche lacrima, ripensando alle parate che questo fenomeno ha compiuto con la maglia dell’Inter addosso.
Il classe ’79 è arrivato in Italia dal Flamengo, dopo aver vinto una Copa America da protagonista nel 2004 con la Nazionale brasiliana. La sua prima avventura nel Bel Paese l’ha vissuta a Verona, sponda Chievo, sebbene in quell’occasione non abbia trovato neppure lo spazio di esordire in prima squadra.
Poi l’Inter, tanto Inter fino a quella notte, la notte di Madrid, quella in cui tutti i sacrifici di una vita sono diventati lacrime di gioia. Nel mezzo tante parate, diversi miracoli e la stima infinita del popolo nerazzurro, che da sempre ama chi in campo versa fino all’ultima goccia di sudore.
Julio Cesar è stato abile tra i pali, ma anche nelle uscite ed ha sempre avuto un fiuto formidabile sui calci di rigore. In Serie A, infatti, ha neutralizzato 10 penalty su 26, dimostrandosi un autentico specialista in quel fondamentale.
L’addio all’Inter e le sue nuove avventura in giro per il Mondo
Nel 2012 ha salutato l’Inter, nonostante fosse stato per lui avrebbe chiuso la carriera in nerazzurro, e si è trasferito in Inghilterra, difendendo i pali del QPR. Nel finale di carriera si è regalato un’esperienza a Toronto, una in Portogallo con la maglia del Benfica ed infine il ritorno al Flamengo, club dal quale tutto era partito.
I successi, le vittorie e le coppe restano negli almanacchi e sulle pagine dei giornali, ma tutto questo non è sufficiente per rimanere nel cuore della gente. Lì ci resti solo se, oltre ai trofei, regali emozioni e Julio Cesar di brividi lungo la schiena se ne intende.