Inter, Lukaku: «Dopo la finale persa contro il Siviglia non ho parlato per 4 giorni»

by Redazione Cronache

L’attaccante dell’Inter Romelu Lukaku ha rilasciato al quotidiano La Gazzetta dello Sport una lunga intervista a 360°: vita e calcio.

MADRE – «Un giorno, prima di andare a scuola, vidi mia madre fare un gesto che non ho mai più dimenticato. Prendeva il latte rimasto del giorno prima, aggiungeva l’acqua e poi lo riscaldava per darlo a noi bambini. Era la colazione che dovevamo fare io con mio fratello».

CONTE – «Lui per me è un mentore, un padre, una persona che mi capisce veramente bene. La prima volta che lui mi ha chiamato, sei anni fa, già voleva che fossi acquistato. Per me giocare per lui è veramente la realizzazione di un sogno».

FINALE – «Dopo la sconfitta contro il Siviglia non ho parlato per quattro giorno. Poi un giorno mi sono svegliato e mi sono dato una ragione. Nella stagione passata non abbiamo vinto il campionato per un punto, abbiamo perso la semifinale della Coppa Italia perché non abbiamo fatto un gol e poi la finale 3 a 2, in quel modo. Sono cose che succedono».

PREPARAZIONE – «Per me la partita non si prepara lo stesso giorno in cui si svolge. Io, se giochiamo sabato, inizio a pensare alla partita il mercoledì. Studio come un difensore gioca, come si dispone in una posizione o come reagisce in certe situazioni. Dopo l’allenamento resto 15, 20 minuti con lo staff dell’allenatore. Facciamo qualche simulazione dei movimenti della difesa avversaria, così sono preparato ad ogni situazione».

AVVERSARI – «Più il difensore è forte e più mi motiva. Un buon difensore rende l’attaccante migliore, perché lo obbliga a dare tutto e a cercare nuove soluzioni».