È il 1° settembre 2008, ultimo giorno di calciomercato di quella sessione estiva. All’interno del box della Lega Calcio (‘protetto’ dalla porta di cui parleremo dopo, ndr) ci sono Fabrizio Preziosi e Alessandro Zarbano, dg e ad di quel Genoa. In quella sessione il Grifone aveva già portato diversi giocatori a Genova (Bocchetti, Criscito e altri) e aveva in mano il contratto di Jankovic, a quel tempo giocatore del Palermo.
Il nome che stuzzica è, però, quello di Diego Alberto Milito. L’attaccante argentino aveva già vestito la maglia rossoblù tra il per una stagione e mezzo tra il 2004 e il 2005, totalizzando 59 presenze con ben 33 reti realizzate. Poi, per il Genoa, è arrivata la retrocessione in C1 e il Principe è stato ceduto, nel dispiacere generale, al Saragozza, in Spagna.
Dopo 3 stagioni arriviamo, appunto, a Settembre 2008. Diego aveva rifiutato tutte le offerte di un certo Tottenham perché il suo obiettivo era uno ed uno solo: tornare al Genoa. Federico Pastorello, agente che si occupò del ritorno del Principe in rossoblù, ha così parlato a gianlucadimarzio.com: «Preziosi mi chiamò il sabato sera ed il mercato chiudeva il lunedì, voleva provare a riportare Milito al Genoa. Gliel’avevo proposto qualche settimana prima, ma alla fine probabilmente la difficoltà nel chiudere altri obiettivi riaccese l’operazione».
Che poi ripercorre gli ultimi istanti di una trattativa che ha segnato una pagina di storia del nostro calciomercato: «Ebbi finalmente l’ok per chiudere dal Saragozza alle 18.55, raccogliemmo tutto in fretta e furia, facemmo firmare il Genoa e mandammo tutto via fax. Un fax che alla Lega sarebbe arrivato soltanto alle 19 e qualche secondo. Io mi precipito in hotel e corro verso i box, do il contratto ad un mio collaboratore e gli dico di correre a depositarlo. Ero tranquillo a quel punto, ero convinto che tutto fosse sistemato. Alle 19.02 mi avvicino ai box della Lega e vedo il mio collaboratore lì fuori. “Cosa stai facendo?”, gli chiesi. E mi disse che era già chiuso. Sapevo che dentro c’era il Genoa ed istintivamente mi venne in mente di saltare, sfruttando la mia altezza e gettando il contratto dentro al box».
Ma nulla di irregolare, perché «è vero che presentammo l’ultima parte della documentazione in ritardo, ma una parte era già stata depositata». Alla fine Pastorello se la caverà con ‘soli’ diecimila euro di multa, ma non saranno questi a passare alla storia: il Principe realizzerà 24 reti in 31 presenze, richiamando su di sé la attenzioni dell’Inter, che lo porterà a Milano l’anno dopo. Con i nerazzurri segnerà, in 128 partite, 62 reti: una di questi è sicuramente ricordata da tutti i tifosi nerazzurri, quella del 22 Maggio 2010 che ha consegnato la Champions League, e di conseguenza il Triplete, all’Inter di Mourinho.
Noi di Cronache ci siamo posti una semplice domanda: se Pastorello non avesse lanciato quel contratto, la storia sarebbe andata diversamente? Nessuno lo sa, ma la storia non si fa né con i se, né con i ma.
di Luca Anastasio