Panagiotis Kone si ritira – Storia di un guerriero greco e di una rovesciata perfetta [VIDEO]

by Redazione Cronache

di Gabriele Codeglia

«Tutto è iniziato con la voglia di essere un grande calciatore, avendo ottenuto molto e superato diversi ostacoli negli ultimi 16 anni ho deciso di chiudere la mia carriera da giocatore, come una persona che non smette mai di sognare e di fissare nuovi traguardi, insieme alla mia passione per questo sport. Sono davvero entusiasta e onorato di poter iniziare un nuovo capitolo, la strada per diventare allenatore. Grato per tutti i ricordi, lezioni, vittorie e sconfitte, infortuni, allenatori, staff, compagni di squadra, tifosi, amici, la famiglia in quanto hanno contribuito a plasmare ciò che sono oggi. Lavora duro su tutto ciò che fai e non perdere mai la tua fede e concentrazione».

Panagiōtīs Geōrgios Kone ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato.

Lo ha fatto nel modo più comune e ormai usuale in questi tempi, con un post sul proprio account account Instagram, anche se lui di banale e e scontato aveva davvero poco.

2010

Arriva in Italia nell’agosto di dieci anni fa. Il Brescia, neopromosso, di Luigi Corioni, lo acquista a titolo definitivo dall’Īraklīs di Salonicco. Il centrocampista ha 23 anni e sta per iniziare la sua prima vera esperienza in un campionato di livello mondiale. La stagione con le rondinelle, purtroppo, si chiude con la retrocessione: 32 punti e penultimo posto.

Ma il campo, per lui, ha avuto un verdetto diverso: 31 presenze, un gol, 2 assist e 8 ammonizioni, per un totale di 2.050 minuti giocati. C’è tutto Panagiotis Kone in questi numeri: continuità, rendimento, grinta e vizio del gol.

Bologna

Passa in rossoblu con la formula del prestito con diritto di riscatto, il 31 agosto 2011. Lì troverà il suo habitat, lì vivrà gli anni migliori della propria carriera. La prima stagione al Dall’Ara si chiude con un sorprendente 9° posto finale. È il Bologna del subentrato Stefano Pioli, di Marco Di Vaio, Portanova, Gaston Ramirez, Acquafresca e Raggi, ma soprattutto è il Bologna di Panagiotis Kone.

Il greco non sbaglia e anche con i felsinei il contributo è di grande livello: 31 presenze, un gol, un assist e 7 ammonizioni, per un totale di 1.744 minuti giocati.

Il presidente Albano Guaraldi lo vuole ancora vestire con la maglia rossoblu. È ciò che accade il 31 agosto, ormai giorno particolare nella vita di Kone, quando il greco torna al Bologna in compartecipazione con il Brescia, che nel frattempo è rimasto in Serie B.

Boom

L’esplosione definitiva. Quello che era il neonato albanese, venuto al mondo a Tirana il 26 luglio del 1987, poi diventato greco quando a due anni la sua famiglia parte alla volta di Atene, quello che ha dovuto cambiare nome per diventare cittadino ellenico, da Gjergj a Panagiotis (‘tutto santo’ nella lingua di Omero), ora sta incantando la Serie A. Ora sta facendo gasare anche chi non lo tifa. È l’uomo del momento.
Gioca con il ’33’ sulla schiena, praticamente sempre in maniche corte. La barba, quel ciuffo che si affievolisce con il sudore e la pioggia, scende sulla fronte, mentre la carica di Kone sale e pervade il campo.

Il primo assaggio è datato 30 settembre, primo gol in campionato: è sua la quarta rete nel 4-0 sul Catania, tap-in facile facile sulla respinta di Andújar.

Alla fine, i gol stagionali saranno 7, di cui uno in Coppa Italia. Ma ce n’è uno che rimasto nella memoria di chiunque lo abbia visto almeno una volta nella vita.

La rovesciata

È la notte del 16 dicembre 2012.
Stadio ‘San Paolo’: Napoli contro Bologna. Ci sono diciotto punti di differenza tra le due squadre, con i partenopei terzi in classifica a quota 33.

Gli ospiti passano in vantaggio a metà primo tempo: cross di Cherubin sul secondo palo, Manolo Gabbiadini è appostato come un condor e fa 0-1.

Nella ripresa, il Napoli reagisce e la ribalta: Gamberini prima e Cavani poi, nel giro di venti minuti.

Il Bologna sembra ormai sconfitto, nonostante una bella prestazione. Ma c’è chi non si arrende mai, proprio come fa Panagiotis Kone. Minuto 86. Pennellata di Garics da destra, nel cuore dell’area azzurra. Kone vede il pallone e capisce che può fare qualcosa di veramente pazzesco. Calcola la traiettoria, si posiziona col corpo nel modo migliore, stacca con la gamba destra, è in volo, sublime e perfetto: impatta il pallone in rovesciata.
C’è tutto: potenza, precisione, rapidità, freddezza. La rovesciata perfetta, senza troppi giri di parole. De Sanctis prova a prenderla, ma è tutto inutile, quel pallone a chissà quanti chilometri orari sarà finito sotto la traversa.

Tre minuti più tardi, Portanova con un grande colpo di testa fisserà il risultato sul definitivo 2-3, facendo esplodere di gioia compagni e tifosi.

Ma quella sera, quel preciso momento, resterà per sempre impresso nella storia del Bologna e nella vita di Panagiotis Kone.