Al Festival dello Sport, manifestazione organizzata a Milano dalla Gazzetta dello Sport, è intervenuto Michel Platini. Queste le sue parole, raccolte dalla redazione di TMW:
VAR – «Non sono favorevole, è contrario alla nostra filosofia del gioco e dell’errore. Ha regolato qualche sbaglio ma ne crea altri. Non risolve tutti i problemi. Se il VAR servisse solo per il fuorigioco, per stabilire se la palla sia entrata in porta o meno, allora sì, perché sono due cose complicatissime da vedere per gli arbitri. Per il resto, per i falli di mano, non ne ha bisogno. Se fossi stato in seno alla FIFA, non l’avrei introdotto. Ho messo gli arbitri di porta per dimostrare che è una cosa difficile vedere. Volevo aggiungere gente umana in un calcio umano, altri hanno voluto aggiungere altra televisione».
SQUALIFICA – «Rispondo con una frase: sto affrontando il combattimento più giusto della vita. È una grande ingiustizia e vincerò. Se non mi vogliono non votano per me ma non dicono che sono un corruttore. È una cosa che non perdonerò».
FAIR-PLAY FINANZIARIO – «La storia del Manchester City non era legata al Fair Play ma ad una questione di carattere disciplinare. Il FFP lo abbiamo inserito per ridurre i debiti dei club. I debiti dei club sono diminuiti. Direi che è stata una fortuna, perché con il Covid-19 sarebbero falliti».
JUVENTUS – «La Juventus è tanto: per i tifosi è una fiamma, per me è un bellissimo ricordo. Quando vince la Juve sono contento. In Francia c’erano semplici spettatori, in Italia veri tifosi, un mondo dove il calcio era un’altra cosa. È stata una bellissima storia. Con i giocatori che avevamo era facile per vincere. Negli anni ’80 era un grande campionato, c’era benessere. Era tutto bello in questo Paese».
PIRLO – «Cosa chiediamo a Pirlo? Io gli chiederei di vincere le gare. Se sei forte sul campo, non hai bisogno di avere diplomi o 20 anni di studi a Coverciano per vincere la gara».
MESSI – «Rappresenta il Barcellona. Dopo tanto tempo potrebbe voler andare via per sperimentare altro. Penso sia una questione di denaro. In Francia nel 1972 abbiamo scioperato per la libertà del contratto. In Francia c’era già la legge Bosman, in Italia no».
CALCIO DI OGGI – «È meno cattivo: non ho mai visto Messi e Ronaldo in ospedale, mentre in passato è successo. Oggi i calciatori sono più protetti: quello che abbiamo deciso dopo i Mondiali del 1990 ha aiutato il calcio. Oggi la tv protegge il calciatore, prima non c’era».
RITIRO – «Ibrahimovic in attività a 38 anni? Non ha mai sofferto di tutti quegli infortuni, inoltre sono molto più preparati fisicamente. Noi arrivavamo a 17, 18 o 20 anni in un club venendo dalla strada. Ritiro a 32 anni? Non c’era più la benzina. Fisicamente sono rimasto un anno infortunato, dall’86 all’87, poi quanto successo all’Heysel mi ha fatto male».