È stato spesso protagonista di molti derby con la maglia del Milan. Dallo 0-2 a 3-2 del febbraio del 2004 al 2-1 con cui i rossoneri hanno sconfitto l’Inter nel maggio del 2008. In occasione della stracittadina di Milano La Gazzetta dello Sport ha raccolto i ricordi più belli di Ricardo Kakà.
MILAN – «Mi piace il mix di senatori e ragazzi. Quando sono arrivato ero giovane e ho trovato una struttura precisa che mi ha aiutato. Il lavoro di Maldini e prima anche di Boban è stato importante».
PIRLO – «È divertente vederlo in panchina. Mi piace vedere i miei ex compagni così impegnati in grandi squadre. Sembrava destinato alla gavetta con le giovanili ma è già arrivato lì. Va bene. Andrea conosce il calcio. Sarà bello da seguire».
IBRAHIMOVIC – «Fa salire tutti di livello, è pazzesco per motivazioni oltre che per qualità. Aiuta tantissimo i più giovani, fa crescere il gruppo, insegna agli altri a mantenersi ad alti livelli e toglie pressione. Il campionato sarà lungo e duro, scommetto che lui farà la differenza fino alla fine».
STOP – «Ciascuno di noi ha la sua storia, ho smesso quando ho capito che era il momento giusto, adesso sto cercando il mio percorso nel calcio».
FUTURO – «Mi sentirei più a mio agio dietro a una scrivania. La mia famiglia si è appena allargata con la nascita di Esther, il Covid ha costretto la Uefa ad annullare molte date del mio corso. Vediamo che cosa succederà, la cosa più importante è che il mondo non continui ad ammalarsi. Milano e l’Italia hanno patito tanto, ma anche il Brasile ha dovuto confrontarsi con questo problema enorme».
DERBY – «Vinciamo noi 2-1. Ma che fatica. Due nomi? Facile. Ibrahimovic, il leader, e Lukaku, che fa sempre i movimenti giusti. È un giocatore molto intelligente. Il Milan ama giocare e divertirsi, l’Inter ha la faccia di Conte, che non molla mai».
PIOLI – «Sono per conservare e dare fiducia, cambiare spesso non paga. In Brasile l’allenatore sbaglia due partite e va a casa. Si deve avere una visione più ampia per costruire una base, quindi è stato giusto confermare Pioli. Il Milan gioca un calcio divertente, ha idee chiare. La strada per tornare ai vertici è lunga, ma è stata imboccata».
SERIE A – «Il calcio italiano più di altri ha avuto a cuore la storia dei campioni, lasciandoli in campo non per meriti passati, ma perché aveva fiducia in loro. Ha permesso loro di allungare le carriere, con rispetto. La trovo una cosa molto bella. È un pregio del vostro sistema calcio: i più esperti non restano a svernare, ma per trasmettere valori concreti ai più giovani. Poi bisogna continuare a curare i vivai, ma il calcio italiano ha giovani strepitosi: Bastoni, Tonali, tanto per fare due nomi da derby. Però serve un mix. Anche se il calcio verde è bellissimo».