di Cesare Ragionieri
L’identità, prima di tutto. È questo il mantra che contraddistingue il Centro Storico Lebowski, la prima società ad esser stata fondata e gestita da un gruppo di ultras. Una storia che è cominciata nel lontano 2004 e che nel tempo si è evoluta, facendo diventare il CSL una delle realtà più speciali e particolari del panorama dilettantistico.
I primi passi
Stufi dell’evoluzione del calcio moderno, nel 2004 un gruppo di tifosi decide di abbandonare le Curve degli stadi di Serie A. E di cominciare a sostenere una squadra della Terza Categoria fiorentina. L’A.C. Lebowski, ultimissima nell’ultima serie del calcio italiano. È in quel momento che, quasi per gioco, i ragazzi decidono che quella sarà la loro squadra, la squadra per cui tifare. E così, la società più debole e più piccola del campionato si ritrova alle spalle un gruppo di ultrà che si definisce Gli Ultimi Rimasti, organizzati nella oramai celebre Curva Moana Pozzi, «in omaggio alla più grande artista italiana».
Da pochi cominciano a diventare sempre di più, nonostante le roboanti sconfitte in ripetizione. Fino al 2010, quando capiscono che è finalmente arrivato il momento di fare il grande passo.
«Partendo dalla Curva, volevamo scendere in campo e dietro la scrivania, sedere in panchina e lavare le maglie. Fondare la nostra squadra, la squadra dei tifosi, un qualcosa che avrebbe potuto incidere, stravolgere, lasciare un segno alle nostre condizioni».
Con questi pretesti nel 2010 nasce il Centro Storico Lebowski, dentro una fumosa stanza di un locale alle pendici del Duomo. Centro Storico perché tutto è nato in piazza d’Azeglio, in mezzo a Firenze. E Lebowski deriva da Jeffrey Lebowski, un personaggio dei fratelli Coen: un gran fannullone, assiduo fumatore di marijuana, ma con la voglia di farsi giustizia da solo davanti ai soprusi ricevuti.
«Quei giornali locali e quegli addetti ai lavori che negli anni ci avevano visto occupare i peggiori spalti di periferia come fossero il Bernabeu, pensarono che non saremmo neanche riusciti a iscrivere la squadra. Poi dissero che non avremmo mai vinto un campionato, e quando portammo a casa la prima promozione, che non saremmo mai andati più in alto di là. Lo abbiamo fatto, a modo nostro».
L’evoluzione
La prima stagione del neonato CSL risale alla stagione 2010-11. Naturalmente si parte dai bassifondi del calcio: la Terza Categoria. Dopo le prime due stagioni di ambientamento, nel 2013 i grigioneri vincono la Coppa Provinciale di categoria contro lo Spartaco Banti Barberino, guadagnandosi così la promozione in Seconda Categoria. Dove ci staranno per una stagione soltanto, il tempo di vincere il campionato e salire in Prima Categoria. Ci rimarranno per quattro stagioni, prima della vittoria del campionato e il passaggio in Promozione, categoria in cui milita tutt’oggi. Tutte le partite della Prima Squadra vengono filmate e gli highlights vengono poi pubblicati sui canali social.
Nel frattempo è stata fondata anche una squadra di calcio femminile, “Le Mele Toste Lebowski” e una di Juniores provinciali, che ha vinto il campionato di categoria nella stagione 2014-15. Ma anche calcio a 5, squadra amatoriale maschile e femminile e una scuola calcio da 150 bambine e bambini. Calcio a 360°.
Ma i risultati sul campo non sono l’orgoglio più grande di questa bellissima realtà. I passi più importanti la società li compie fuori dal campo. Evolvendosi sempre di più. Tutto viene svolto come all’interno di una grande famiglia. Dal settembre 2018 il Centro Storico Lebowski è diventata la prima società del calcio dilettantistico che assume una forma di cooperativa. Chiunque può comprare un azione del valore di 25 euro e lo può fare per un acquisto massimo di 400 per un totale complessivo di 10.000 euro.
«Col tempo il Centro Storico è uscito dai comuni, dai confini, dalle regioni: adesso abbiamo soci e socie in ogni parte del mondo. Questo ci riempie di orgoglio e di gioia, perché anche se è ovviamente inaspettato avere soci in Germania, Nuova Zelanda, Stati Uniti o che ci siano pazzi che da Roma, Livorno, Bologna e Venezia raggiungono Tavarnuzze per una partita di Promozione, la verità è che la gente è ancora disposta a credere e lottare per riprendere i propri spazi laddove gli lasci la possibilità di sentirsi parte attiva del progetto».
Naturalmente qualunque sia la quota di capitale posseduta, il valore del socio in Assemblea è sempre e comunque uguale a uno. Adesso il Lebowski è davvero una proprietà collettiva dei suoi tifosi, indifferente a ogni tentativo di scalata, di accentramento, a ogni invadenza del mercato. L’idea di club che rappresenta un territorio, una comunità, e vive del coinvolgimento del territorio stesso. Il CSL si occupa di educazione, di solidarietà, di lavoro, di aggregazione, della salute, di arte, di musica e di poesia. E sono consapevoli di avere le risorse per occuparsi dei temi che sono maggiormente sentiti dalla popolazione.
Parola di Federico Buffa
Qualche ora i profili social del Centro Storico Lebowski ha fatto uscire un nuovo video. Con protagonista Federico Buffa. Basta il nome di quel fantastico giornalista nonché narratore per capire fin dov’è è arrivato il CSL. E la dice lunga sui progetti per il futuro di una società che proprio non vuole smettere di crescere. Citando le parole di una canzone di Frank Sinatra, «the best is yet to come».