Il pareggio contro il Crotone ha lasciato alcuni strascichi in casa Juventus. Uno è sicuramente lo sfogo di Paulo Dybala, che si è arrabbiato per non il pareggio contro il Crotone ma soprattutto per non aver giocato e quindi sprecato un giorno di lavoro utile per prepararsi alla Champions League. E ha manifestato subito la sua delusione al direttore sportivo, Fabio Paratici. Uno sfogo – come si legge su La Gazzetta dello Sport – senza strascichi, anche perché c’è subito un’altra sfida delicata e Dybala vuole arrivarci nelle migliori condizioni possibili, al netto delle difficoltà del periodo.
Il chiarimento
Dybala ha faticato ad accettare i 90 minuti in panchina col Crotone, anche perché non era quello che lui e lo staff tecnico avevano inizialmente concordato. Nei giorni scorsi il tecnico bianconero, Andrea Pirlo, gli aveva spiegato che preferiva portarlo in ogni caso in trasferta. Il motivo? Riteneva più utile fargli mettere minuti nelle gambe che farlo allenare in solitudine. Per questo la Joya ha chiesto chiarimenti a Paratici, che gli ha ribadito lo stesso concetto espresso da Pirlo nelle interviste post partita. Ovvero sia che l’espulsione di Chiesa ha spinto il tecnico a rivedere la strategia, ritenendo più opportuno preservare il giocatore per Kiev, evitandogli un finale di partita che avrebbe richiesto molto sacrificio.
La questione contratto
Sul piatto c’è anche la questione del rinnovo di contratto. Il procuratore dell’argentino, Jorge Antun, è a Torino da tempo e s’aspettava una chiamata a fine mercato per riallacciare il discorso interrotto a luglio, che però non è mai arrivata. Altro motivo di rammarico per Dybala, che non ha mai nascosto il suo desiderio di restare, ma con un ruolo centrale nel progetto bianconero (che venga riconosciuto anche economicamente). Il tempo non manca (la scadenza è 2022) ma serve la volontà di entrambi per accordarsi su una cifra (ora guadagna 7,5 milioni all’anno) che accontenti tutti.