di Cesare Ragionieri
Buon compleanno, moviola! Il 22 ottobre del 1967 infatti, da un discusso gol di Gianni Rivera nacque una polemica tra due giornalisti televisivi. Uno di questi era Carlo Sassi: il modo di vivere il calcio degli italiani, dopo quell’episodio, cambiò per sempre. Oggi l’uso della tecnologia è scontato, ma a quei tempi rappresentò una rivoluzione a tutto campo. Fonte di ulteriori polemiche e discussioni, che oggi rappresentano – probabilmente anche troppo – il sale e il pepe del calcio.
Il contesto
Stagione 1967-68, a San Siro c’è in palio il derby. Da una parte il Milano, alla caccia dello Scudetto numero 9: dall’altra la Grande Inter di Herrera, giunta ormai alla fine del ciclo vincente. Al 57’ i nerazzurri passano in vantaggio con Benitez, abile a battere Betti dopo un’azione manovrata. Il Milan preme alla ricerca del pareggio. Al 78’ l’episodio chiave: il tiro di Rivera sbatte contro la traversa e poi rimbalza sulla linea di porta. È gol o no? L’arbitro D’Agostini è vicino all’azione e assegna la rete del pareggio al Diavolo tra le polemiche dei giocatori dell’Inter. La stracittadina terminerà poi 1-1.
Al termine della partita, negli studi Rai, due giovani giornalisti – Sassi e Heron Vitaletti – si stanno occupando del montaggio della partita. Discutono sulla rete di Rivera, che pare non raccontarla giusta. Mandano avanti e indietro le immagini, alla ricerca di conferme. Ad un tratto, ecco la scintilla: Carlo Sassi si accorge di un dettaglio, che tale non è. Dopo aver colpito la traversa, la palla rimbalza a terra. Provocando una piccola esplosione di polvere bianca: è il gesso della linea di porta. E se il pallone ha toccato la riga, significa che non è entrato del tutto. E che quindi non è gol. L’Inter aveva ragione: D’Agostini si era sbagliato.
L’inizio di tutto
Il rallenty di quell’azione – argomentato dai due giornalisti – verrà trasmesso in tutte le case degli italiani durante la Domenica Sportiva. Nasce così il mito del gol fantasma, ma soprattutto quello della Moviola. Da quella sera ogni episodio dubbio sarà sottoposto al giudizio asettico dello strumento. Che in tv diventa dominio esclusivo di Carlo Sassi. Un nome che, per definizione, diventerà da lì in avanti sinonimo di moviola.
Sassi oggi ha 91 anni e si gode la meritata pensione. Interpellato sulla moviola, risponde così con un sorriso ironico: «La nascita della moviola non è responsabilità mia, ma di Rivera. Con quel gol…». Nel frattempo il calcio si è evoluto, così come la tecnologia. E 50 anni dopo la moviola è arrivata pure in campo, con il nome di Var.