di Giovanni Benvenuto
È il 10 novembre del 2001 quando in una Bombonera completamente gremita va in scena un partidazo destinato a restare nei libri di storia. No, non stiamo parlando del Superclàsico tra i bosteros (Boca Juniors) e i millionarios (River Plate) ma un genere di match insolito…o forse non troppo vista la caratura dei giocatori presenti sul campo. Si sfidano l’Argentina e una selezione di calciatori proveniente dal resto del mondo. Il motivo? El Pibe de Oro Diego Armando Maradona ha deciso di appendere per sempre gli scarpini al chiodo, ma prima di farlo ha scelto una delle sue tantissime case per salutare i tuoi ammiratori.
La partita
«Il momento è arrivato. Certo, 41 anni pesano», dice Maradona prima del calcio d’inizio. Nessuna posta in palio, solo affetto e ricordi: la partita è tra Argentina e Resto del Mondo e Diego, anche se non proprio in forma smagliante, è stato comunque capace di emozionare il suo pubblico. Al match presenti dei titani del calcio europeo e non: Stoichkov, Valderrama, Zanetti, Enzo Francescoli, Veron giusto per citarne alcuni. Nella seconda frazione di gioco Maradona riuscì a mettere a segno due reti dagli undici metri battendo Higuita che difendeva la porta del Resto del Mondo e vincendo per 6-3. Al termine dell’incontro? Due magliette. Sì, perché Diego non ha voluto dimenticare chi l’ha lanciato. La casacca del Boca sotto quella dell’Argentina anche se noi italiani lo ricorderemo sempre per aver reso il Napoli vittorioso ipotecando due scudetti, una coppa italia, una Uefa e una Supercoppa italiana oltre a far letteralmente impazzire il San Paolo con la punizione al bacio contro la Juventus.
Le reazioni
Un addio agrodolce, una sorta di ritiro dalla scena che ovviamente non è passata inosservata ai giornalisti e ai tanti spettatori presenti sugli spalti. Cinquantamila le persone presenti con un uomo arrivato addirittura dall’altra parte del mondo: «Sono di Salerno e ho fatto 18.000 chilometri solo per Diego». Un amore indescrivibile per un calciatore che, con la pelota, ha letteralmente mandato in visibilio gli amanti di questo sport meraviglioso che è il Fùtbol. Anche in Argentina la reazione è stata smisurata: il quotidiano Olé intitola la sua prima pagine con la frase «Siamo tutti Diego», mentre il Clarin si sbizzarrisce con un titolo «Giorno 10», accostando il numero della leggenda albiceleste proprio alla data scelta per il match di congedo. «Fate che quest’amore non possa mai finire», esclama Diego e infatti il ricordo delle sue gesta resta ancora vivo. Specialmente per quel tifoso campano, che forse potrà dire ai suoi figli: «Ho visto Maradona».