Due miliardi e 340 milioni di euro investiti sul mercato sono parecchi, ma almeno Roman Abramovich ha vinto tutto quello che c’era da vincere da quando, nel 2003, è diventato proprietario del Chelsea, acquistato per 140 milioni di sterline e accolto da una pioggia di finti rubli di carta lasciati dai tifosi sugli spalti. Ventuno anni in cui ha conquistato cinque volte la Premier, altrettante la coppa d’Inghilterra, due volte l’Europa League, una volta la Supercoppa europea, due Champions e infine il Mondiale per club solo poche settimane prima di andarsene e mettere in vendita il club. Travolto sul piano personale dalla guerra in Ucraina, per via della sua vicinanza a Vladimir Putin, e minacciato dalle sanzioni.
Il suo arrivo a Londra ha rivoluzionato il club. Oltre ai trofei, si è assicurato calciatori in grado di aprire un ciclo nei primi anni Duemila e restare nella storia di Stamford Bridge. Drogba, Cech, Joe Cole, Essien. I giorni della fine, improvvisa, della sua era sono stati quelli dei bilanci, delle classifiche. Dai momenti più belli, alla formazione migliore, ai flop di mercato. Sono stati diversi, dal momento che la smania di vincere quanto e soprattutto prima possibile non è mai una gran consigliera. Così tanti giocatori che, forse, anche solo per un momento, ne avevamo dimenticato qualcuno.
Estate 2003, si parte
Lo scorso agosto Abramovich ha speso più o meno 115 milioni per portare via Lukaku all’Inter. Nel 2003, però, 130 milioni spesi per una sola campagna trasferimenti sono parecchi. Nonostante questo, le aste per i migliori d’Europa non vanno a buon fine. Gente come Henry o Ronaldinho è imprendibile, e anche ai nerazzurri, tra tutti gli attaccanti, riesce a strappare solo Crespo. Insieme a lui arrivano a Londra altre vecchie conoscenze, come Juan Sebastián Veron e Adrian Mutu.
L’argentino era già in Inghilterra perché con la maglia della Lazio aveva fatto innamorare Alex Ferguson, convinto a sborsare 28 milioni di sterline per averlo allo United. Ma Veron non rende come in Italia, anzi, e i Reds lo lasciano partire con un bello scontro in direzione Chelsea. Il gol al debutto contro il Liverpool resterà l’unico in sole sette partite di campionato, 14 considerando le altre competizioni. Così quando su quella panchina si siede José Mourinho, il portoghese non ha problemi ad avallare il prestito all’Inter.
Anche Mutu è una delusione. È in una fase di mezzo della sua carriera, dopo le prime stagioni italiane e prima della consacrazione che avrà con la Fiorentina. Segna quattro reti nelle prime tre partite poi si perde, vanificando l’investimento da quasi 16 milioni di sterline. Nel settembre 2004 viene trovato positivo alla cocaina e allontanato dal club inglese, che proverà anche ad avere un risarcimento per vie legali. A cui si aggiunge una squalifica di sette mesi e 20mila sterline di multa. Da pochi giorni è diventato allenatore del Rapid Bucarest nella prima divisione rumena.
Il nuovo van Nistelrooy
In comune avevano un passato al Psv Eindhoven, per questo quando Mateja Kezman arriva al Chelsea nell’estate del 2004 viene accostato a Ruud van Nistelrooy, qualche anno prima acquistato dai rivali del Manchester United. Non andrà così. Per fortuna il serbo, che oggi ha 42 anni e fa il procuratore, era costato un po’ meno, circa 5 milioni di sterline. In Olanda era riuscito a segnare 105 gol in 122 partite, attirando l’attenzione di Mourinho, ma nella squadra da record dello Special One gioca pochissimo e a fine stagione, dopo aver vinto campionato e coppa di Lega, se ne va all’Atletico.
L’altro Hazard
C’è stato un periodo in cui si è pensato che Thorgan Hazard potesse diventare persino più forte del fratello Eden. In realtà il dibattito è ancora aperto. Oggi Thorgan gioca al Borussia Dortmund e tutti hanno in testa la sua consacrazione, sempre in Germania, al Mönchengladbach. In pochi, però, si ricordano che allora era di proprietà del Chelsea, che lo aveva preso dal Lens nel 2012 nell’operazione che aveva portato a Londra il fratello Eden (allora al Lille), più che altro per compiacere la famiglia belga. Thorgan col Chelsea non scenderà mai in campo: va a fare esperienza per due anni in Belgio allo Zulte Waregem, ricevendo nella stagione 2013/14 anche il premio di miglior giocatore del campionato, e poi in Bundesliga.
Il russo più costoso
Un paio di stagioni prima c’era stato l’acquisto di Yuri Zhirkov, oggi 38enne e ancora in attività in patria. Ma del passaggio del laterale russo al Chelsea si ricordano Abramovich, che l’ha pagato 18 milioni di sterline dal Cska Mosca, in pratica ha sborsato 620mila sterline ogni volta che è sceso in campo (19 in tutto) e pochi altri. Un acquisto di cui si è capito poco e tramato molto, addirittura pagato tre milioni in più di quanto del connazionale Arshavin da parte dell’Arsenal, facendolo diventare in quel periodo il giocatore russo più costoso di sempre.