Entra al 68’ al posto di Mattia Destro, il miglior marcatore stagionale del Genoa di Blessin: 9 reti, ma a secco da 9 partite. A tre minuti dalla fine, Albert Guðmundsson riceve da Amiri e batte Szczęsny di destro. È il primo islandese in gol alla Juventus in Serie A. Soprattutto, dà il via alla rimonta completata al 96’ da un rigore di Criscito. Compirà 25 anni tra poco, Albert: adora gli spaghetti alla bolognese, si ispira al connazionale Finnbogason ed è appassionato di moda. Per questo lo aveva criticato l’allenatore ex calciatore Ronald de Boer, alla tv olandese: «Si è presentato per le interviste post-partita con degli orecchini! Chi si crede di essere? È in Olanda da sette anni e non parla olandese…». Ma partiamo dal 14 gennaio 2018. In una tranquilla amichevole di Giacarta tra Islanda e Indonesia, Albert Guðmundsson trova il gol. È il suo primo in Nazionale: prima di lui, hanno segnato suo padre (Guðmundur Benediktsson), suo nonno materno (Ingi Björn Albertsson) e suo bisnonno materno, che si chiama quasi come lui (Albert Sigurður Guðmundsson). Quel giorno Albert farà tripletta. Qualche mese dopo, al Mondiale di Russia sarà l’islandese più giovane in rosa.
In #GenoaJuventus primo gol in serie A di Albert Guðmundsson, bisnipote d’arte: suo bisnonno materno Albert Sigurður Guðmundsson segnò 2 gol in 14 presenze con il Milan 1948-49 e fu anche Ministro delle Finanze e Ministro dell’Industria nel governo islandese. pic.twitter.com/7XZDVngCV1
— Giuseppe Pastore (@gippu1) May 6, 2022
Guðmundsson e i giorni da sogno dell’Islanda
Albert Guðmundsson nasce a Reykjavík il 15 giugno 1997. Il suo albero genealogico è molto interessante. Suo padre è Guðmundur Benediktsson, ex trequartista: inizia in Islanda, attira l’attenzione di Arsenal e Tottenham ma si rompe un legamento crociato e così addio Premier. Va in Belgio. Nel 1997 c’è una seconda chance per lui dall’Inghilterra: lo vuole il Preston North End di un giovane David Moyes. Guðmundur ci pensa, poi rifiuta: è l’estate 1997 e gli è appena nato un figlio, Albert. Così resta in Islanda, nel 2009 si ritira e inizia ad allenare. Nel 2016 fa il vice al KR Reykjavík quando l’emittente pubblica islandese – Ríkisútvarpið, detta RÚV – gli offre di commentare per loro l’Europeo 2016. Benediktsson ha giocato 10 partite con la Nazionale dell’isola, che vive un momento estremamente assurdo visto che è il Paese più piccolo di sempre a qualificarsi a un Europeo: 323mila abitanti, poco più dei residenti in Molise. Così Guðmundur Benediktsson – per gli amici Gummi Ben – fa il telecronista. Le sue urla incredule la sera del 27 giugno 2016, quando l’Islanda elimina agli ottavi l’Inghilterra a Nizza, fanno il giro del web.
Nesse mesmo dia em 2016, a Islândia ganhou da Áustria por 2×1 e se classificava para as oitavas da Eurocopa. Também nesse mesmo dia, tivemos essa icônica narração do Islandês Gummi Ben. 👏🇮🇸 pic.twitter.com/hVoxPjvCNF
— Islândia Da Depressão (@DepreIslandia) June 22, 2020
Nizza, parentele e il Milan
Ricapitoliamo. Guðmundur Benediktsson per due volte è a un passo dall’Inghilterra ma non riesce a trasferirsi, poi commenta la vittoria islandese proprio sugli inglesi. Segno del destino. È un segno del destino pure che quella sera si giochi a Nizza. La madre di Albert Guðmundsson si chiama Kristbjörg Helga Ingadottir ed è un’ex calciatrice professionista: ha giocato nelle tre grandi squadre di Reykjavík (il Valur, il KR e il Fylkir), poi è diventata allenatrice. Suo padre, ovvero il nonno di Albert, si chiama Ingi Björn Albertsson e nasce proprio a Nizza. Per quale motivo? Ecco: il padre di Ingi Björn Albertsson si chiama Albert Sigurður Guðmundsson ed è il primo calciatore professionista islandese nella storia. Dopo la seconda guerra mondiale, ha giocato ai Rangers, in Scozia, poi in Inghilterra con l’Arsenal, quindi un anno in Italia al Milan e… a Nizza. Dove è nato per l’appunto Ingi Björn Albertsson, che – ricapitolando – è il padre di Kristbjörg Helga Ingadottir, che è la madre di Albert Guðmundsson, l’attaccante del Genoa. Tutto chiaro?
Albert Guðmundsson jafnar fyrir Ísland á annarri mínútu viðbótartíma fyrri hálfleiks. 1-1 í hálfleik. Fyrsta A-landsliðsmark Alberts. #INDISL pic.twitter.com/KQ5ejt4A4Y
— RÚV Íþróttir (@ruvithrottir) January 14, 2018
Olanda, 18 gol e Scamacca
Riassunto. Il padre di Albert Guðmundsson è quel “pazzo telecronista” islandese a Euro 2016, sua madre è la nipote del primo calciatore professionista islandese. Nel 2009, Guðmundsson ha 12 anni ed entra nel KR Reykjavík, ex squadra dei suoi genitori. Il 22 marzo 2013 debutta in Coppa di Lega a 15 anni, poi lo stesso anno va all’Heerenveen, in Olanda. Nel 2015 è al PSV, ma gioca nel Jong PSV, di cui nel 2016/17 è capitano e miglior marcatore, 18 gol in 34 gare. In rosa con lui ci sono Pablo Rosario, Zinchenko, Bergwijn, Sam Lammers e Gianluca Scamacca. Il 20 agosto 2017, Albert Guðmundsson debutta pure in Eredivisie: prende il posto di Hirving Lozano, al 90’ di una vittoria per 4-1 sul NAC Breda. I media islandesi impazziscono per lui: proviene da una famiglia di calciatori e ora è al PSV, dove giocò il leggendario Eiður Smári Guðjohnsen. Ad agosto 2018 però Albert dice addio a Eindhoven e firma con l’AZ Alkmaar, che lo paga due milioni di euro. Sei gol il primo anno, 2 il secondo, 11 il terzo e 6 nella prima metà di stagione. Poi il Genoa, l’Italia, il gol alla Juventus alla decima presenza e una storia ancora tutta da scrivere.