Alberto Gilardino ha avuto il coraggio di fare la gavetta

by Matteo Lignelli
Alberto Gilardino

La capacità di saper sfruttare al meglio le occasioni lo ha sempre contraddistinto in campo, poi al Genoa è successo anche in panchina. Trovarsi per la prima volta alla guida di una squadra di Serie B, per di più in un momento di difficoltà in una piazza ambiziosa che aveva come unico, e legittimo, obiettivo quello di conquistare la promozione. Per Alberto Gilardino, reduce da un esonero al Siena e dalla chiamata della primavera del Genoa, accettare l’incarico poteva rivelarsi il ‘classico’ trampolino di lancio, ma anche un rischio che avrebbe rallentato ancora di più il suo arrivo nelle categorie più importanti. Come è andata a finire lo sappiamo tutti: con il Genoa promosso in Serie A con 4 giornate di anticipo e uno scontro diretto col Frosinone per riaprire i giochi per il primo posto.

Il Genoa prima e dopo Alberto Gilardino

È successo tutto in cinque mesi. Il primo luglio la chiamata dei rossoblù per allenare la Primavera, tornando nel calcio giovanile dopo le esperienze in C e in D. Un passo indietro che poi gli ha permesso di farne due in avanti. È la forza della gavetta, e sono gli incastri della vita. A ottobre ha preso la licenza UEFA Pro, il massimo livello formativo dei tecnici, a dicembre è stato promosso al posto di Blessin sulla panchina della prima squadra. Ha trovato un Genoa quinto in classifica e l’ha condotto al secondo posto con una serie di record che hanno convinto la proprietà 777 Partners a confermarlo. «Ho avuto la fortuna di avere questa grande possibilità, questa è la realtà dei fatti» ha ammesso in un’intervista a Dazn. «Dalla Primavera sono arrivato alla prima squadra. Poi chiaramente in tutte le situazioni bisogna farsi trovare pronti e sono stati giorni, soprattutto le prime settimane, non semplici. La gavetta mi è servita tantissimo ed è stata importante».

«Alla base c’è una grande, grandissima umiltà nel conoscere e domandare, ogni volta che ci incontriamo mi chiede qualcosa, gli piace confrontarci» ha raccontato Cesare Prandelli a TMW, un allenatore al quale è molto legato dopo il periodo a Firenze. «Quando andò ad allenare nei dilettanti gli chiesi se era sicuro, mi disse che sì, voleva imparare. E allora ho capito che il Gila poteva combinare qualcosa…».

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Se le parole non fossero abbastanza, ecco anche un po’ di dati. La difesa, praticamente insuperabile con Bani, Vogliacco, Dragusin, non ha subito gol in ben 20 partite e solo uno in casa. Da quando Gilardino è stato promosso, il Genoa è la squadra che ha messo insieme più punti e perso di meno. Il concetto di base è che ha fatto funzionare le cose nello spogliatoio e tutte le statistiche sono migliorate, attacco compreso, con il suo 3-5-2. Ispirato dai tanti bravi allenatori che ha avuto, da Lippi e Prandelli a Gasperini, a cui  si rifà per alcuni concetti. E aiutato da una rosa che aveva già tanta qualità, ma che a differenza di Blessin lui è riuscito a far funzionare al meglio.

L’inizio a Rezzato e il caos di Siena

Questa ‘gavetta’ è iniziata al Rezzato, squadra della provincia di Brescia che Gilardino ha preso nel febbraio 2019 quando era in Serie D. «Come ho iniziato da giocatore voglio fare da tecnico: con piccoli passi. Non mi piaceva l’idea di fare tre passi avanti e cinque indietro, come è successo ad alcuni ex giocatori. Penso di aver preso una decisione intelligente, ponderata e accurata». Così spiegava la scelta in un’intervista al Corriere della Sera. Il luglio successivo si è spostato alla Pro Vercelli, ma è durata solo una stagione, per altro chiusa al 14esimo posto in Serie C. Doveva rappresentare un trampolino di lancio l’ambizioso la Siena degli Armeni, che voleva tornare tra i professionisti dopo il secondo fallimento. Non è andata così. ‘Gila’, in realtà, ha fatto il possibile, ma si è trovato di fronte una società in confusione che negli anni recenti ha subito diversi passaggi di proprietà e un ricambio continuo di dirigenti al comando. A metà della prima stagione lo hanno cacciato per affidare la squadra al lettone Marian Pahars, che senza conoscere la lingua né il campionato ha compromesso quanto fatto fino al quel momento dalla Robur. Così dopo un mese Gilardino è stato richiamato e si è guadagnato la fiducia per il campionato successivo, disputato in Serie C grazie al ripescaggio. A ottobre 2021, dopo 11 giornate e i bianconeri sesti, la proprietà lo ha esonerato di nuovo, stavolta per davvero. Tutte difficoltà che, visto com’è ripartito al Genoa, lo hanno fortificato.