Poche settimane fa ha annunciato la sua nuova partnership con adidas con un video bellissimo ed altamente emotivo: le immagini mostrano Trent da bambino che parte dalla sua cameretta (piena di poster del Liverpool) e arriva in un campo da calcio dove indossa il suo primo paio di Predator, modello reso iconico da Steven Gerrard. Oggi quel bambino è diventato il leader della sua squadra, simbolo del club e, nonostante abbia solo 25 anni, una bandiera del Liverpool.
La mentalità di Alexander-Arnold
È lui l’uomo della rinascita del Liverpool. Vice-capitano. ‘Scouser’ per eccellenza, nato e cresciuto nel club, che ispira le nuove generazioni. Leader del ‘Liverpool 2.0’ di Jurgen Klopp, secondo in Premier e che si sta dimostrando una reale pretendente per il titolo finale.
Una squadra forte e consapevole, in grado di pareggiare all’Etihad e di rimontare due reti al Fulham nel giro di 5 minuti. Le ultime due partite di Premier hanno mostrato tutto il carattere dei Reds e, soprattutto, l’importanza di Trent Alexander-Arnold.
Il giocatore che meglio rappresenta il club e la città, uno che sa cosa vuol dire giocare nel Liverpool. In estate Klopp lo ha nominato vice capitano e questo gli ha fatto fare un ulteriore salto di qualità. Se prima era formidabile in campo, ora lo è anche fuori e sta gestendo con maturità e disciplina lo spogliatoio. Nel podcast ufficiale del club, ‘We are Liverpool’, ha affermato più volte come la fascia lo abbia fatto crescere, soprattutto dal punto di vista mentale. «Ho avuto tempo per prepararmi a questa nuova stagione. Ho lavorato duramente in pre-season per essere pronto. Ora sono vice capitano, sento questa responsabilità e voglio dare di più. Ho voluto fare un passo avanti. Voglio essere un esempio, perché la giusta mentalità è contagiosa. Se io farò di tutto per i miei compagni, loro faranno lo stesso e questa è la ‘vibe’ che stiamo acquisendo».
Difensore attento, centrocampista fantasioso
In campo poi stiamo assistendo a una costante evoluzione. Con l’Inghilterra veste la maglia numero 10 e gioca da trequartista. Nel Liverpool in fase di possesso è un centrocampista, in fase difensiva un terzino.
Alexander-Arnold sembra essere impegnato in una sorta di redenzione personale. Tornando indietro, ai primi mesi della scorsa stagione, la sua forma era stata messa in forte discussione, come mai prima di allora, mentre il Liverpool viveva un periodo durissimo. Il catalizzatore per la sua rinascita può essere individuato nell’evoluzione del suo ruolo, un cambio tattico decisivo per la sua carriera. Questo in particolare, gli ha dato libertà e gli ha permesso di mostrare la sua fantastica gamma di passaggi da una posizione più centrale (qui sotto la heatmap di Trent in questa stagione di Premier).
«L’abilità che ha per essere influente in fase di possesso, per essere un terzino destro, è pazzesca. Non so se abbiamo mai visto un terzino destro così», ha detto Klopp la scorsa stagione. I suoi dati sono impressionanti: ha contribuito a 101 reti totali (21 gol e 80 assist), numeri clamorosi per un terzino di 25 anni. In questa stagione ha già creato 21 occasioni da rete, tocca di media 80 palloni a partita e ne recupera circa 7. «Il ruolo non fa differenza per me. Credo di avere le qualità necessarie, tecniche e mentali, per esprimermi al meglio in qualsiasi posizione».
La sua influenza nel gioco dei Reds è inevitabile, ovviamente anche per quanto riguarda i calci piazzati: è uno dei migliori tiratori al mondo e, da quando ha debuttato in Premier League, nessun difensore ha segnato di più su punizione (6 gol). Inoltre non va sottovalutata la sua crescita in fase difensiva. Da sempre criticato per una scarsa attenzione e disponibilità a difendere, sta dimostrando di essere migliorato tantissimo. Nel match contro il City è riuscito a contenere abilmente un avversario come Doku. Nella partita dell’Etihad, una delle più difficili e importanti della stagione, è stato il giocatore del Liverpool con più tocchi (66) e con più palloni recuperati (11).
Cuore pulsante del Liverpool. Adidas Predator ai piedi e leader nei momenti difficili. Un tempo era il regno di Steven Gerrard. Ora è il territorio di Trent Alexander-Arnold.