Rap, Gucci e tanti dribbling: quel che devi sapere su Saint-Maximin

by Costantino Giannattasio

«J’ai appris à jouer dans la rue». «Ho imparato a giocare a calcio per strada». Velocità, tecnica. E consapevolezza dei propri mezzi: «Pochi sanno dribblare come me». Allan Saint-Maximin ha 24 anni, indossa la 10 del Newcastle e finora ha segnato 5 gol, più di tutto l’anno scorso. Grazie anche a lui i Magpies sono quart’ultimi, a +4 sul Norwich terzultimo. Finisse così, sarebbe salvezza. Non male, visti i presupposti. «È il miglior dribblatore che abbia mai visto», dice di lui il tecnico Howe. I tifosi scomodano paragoni illustri: David Ginola, Hatem Ben Arfa. Ma Saint-Maximin non è solo calcio. È padre, di due figlie e un figlio. E fa tanta beneficenza. Lo scorso aprile, regala al personale medico di Newcastle oltre 60 pacchetti contenenti dolci francesi e buoni acquisto per capi d’alta moda. Sostiene la Fondazione del club che assiste i malati di cancro. Visita il banco alimentare nel West End di Newcastle: «Noi calciatori siamo dei privilegiati». E risponde a tono agli utenti di Twitter, come a questo tifoso dell’Everton, battuto 3-1 la settimana scorsa.

 

«Mai visto qualcosa di simile»

Allan Irénée Saint-Maximin nasce nel 1997 a Châtenay-Malabry, 12 km sud-ovest da Parigi. Suo padre Alex fa l’autista per conto dell’Università di Parigi, sua madre Nadège dirige una scuola materna a Meudon. Allan vince i campionati di decathlon dell’intera regione, l’Île-de-France. A 5 anni accompagna su fratello Kurtys (che oggi gli fa da agente) alla scuola calcio di Verrières-le-Buisson, ma questi notano Allan e lo prendono per sei mesi. Da 6 a 10 anni in un’altra scuola calcio, a Ris-Orangis, poi nel 2007 – in un altro club della periferia parigina – si presenta con 8 gol alla prima partita. Nel 2011 è al Saint-Étienne e un osservatore non crede ai suoi occhi: «Mai visto qualcosa di simile in 20 anni». Così lo mettono coi 1995: «Non ha più nulla da imparare dai coetanei». Nel 2011 poi su Saint-Maximin arriva il PSG, appena acquistato dalla proprietà qatariota. Gli offrono un bonus di 100mila euro alla firma e un appartamento per i suoi genitori. Lui rifiuta. E aggiunge: «Se non va col calcio, divento preside. Come mia madre».

 

Patenti false e tante multe

A luglio 2013, Saint-Maximin firma invece il suo primo contratto. Il mese dopo esordisce in Europa League e – a 16 anni, 5 mesi e 17 giorni – è il più giovane debuttante nella storia di Les Verts. Il tecnico Christophe Galtier lo schiera ala destra. Poi rinnova, ma smette di giocare. A luglio 2015, il Monaco acquista Saint-Maximin e lo presta all’Hannover. Ma nell’aprile 2016 urta un tram con la sua macchina. La polizia lo ferma, lui presenta una patente falsa. In estate il Monaco gli cambia squadra, il Bastia: Saint-Maximin gioca 34 partite ma a fine anno retrocede. E l’8 agosto 2017 si fa avanti il Nizza, che spende 10 milioni di euro. Mai così tanti per qualcuno: «Il club è in crescita, io voglio crescere». Si definisce un pigeon voyageur, piccione viaggiatore. Trova Balotelli. Al primo anno, 5 reti tra Ligue 1 ed Europa League. Al secondo, 6 gol e 5 assist, capocannoniere del club. Di qui a Newcastle, estate 2019: lo pagano 22 milioni di euro. Cifra che Saint-Maximin restituisce di tanto in tanto, viste le frequenti multe: 100 sterline, un giorno sì e uno no. Lo dice il tecnico, Steve Bruce: Saint-Maximin viola le regole che gli impedirebbero di indossare gli orecchini. Ma li indossa comunque. E paga le multe.

 

Saint-Maximin, rap e Gucci

Finora, 158 dribbling riusciti, quasi 5 a partita. Per l’associazione North East Football Writers è Saint-Maximin il giocatore dell’anno 2021, dopo tra gli altri Alan Shearer e Fabrizio Coloccini. Estro e unicità. Fuori dal campo, serie tv: Casa di Carte, Trono di Spade e Cobra Kai. Tennis: «Mi diverte il Roland Garros». In cucina, meglio la carbonara: «Il cibo inglese? Un orrore». Tanto che, a Newcastle, Saint-Maximin assume un cuoco personale. E poi musica, tanto rap: KPoint, Niska e Ninho. Un rapper, il suo amico Mick C, gli dedica un pezzo: «On the wing / and he got two men down just being him / he wearin’ Gucci / so we Gucci». Gucci, già. L’8 ottobre 2019, Saint-Maximin debutta da titolare in Premier League contro il Manchester United. Prova a entrare in campo, lo bloccano: «Non puoi». La fascia Gucci che indossa viola le norme sugli sponsor. Così gli piazzano un adesivo per coprire il brand. Due anni prima, aveva chiesto a FIFA di aggiungergliela nel videogioco. Lo hanno accontentato.