Il primo campionato europeo a ripartire dopo lo stop dovuto al coronavirus è quello delle Isole Fær Øer. E a Tuttomercatoweb.com il centrocampista dell’NSI Runavik, Aron Knudsen, ha raccontato com’è stato: «L’attesa è stata lunga, ma ne è valsa la pena. Qui si gioca seguendo l’anno solare e la pandemia ci ha costretti così ad allungare la preparazione di ben due mesi rispetto al solito. Ci allenavamo in gruppo ormai da aprile e non stavamo più nella pelle: tornare a giocare è stato bellissimo, segnare il primo gol assoluto dopo appena otto minuti lo è stato ancora di più».
IL CAMPIONATO – «Ci sono dieci squadre, ci affrontiamo tutti tre volte. In questo modo ogni club gioca un numero totale di 27 partite a campionato. I verdetti? La prima classificata vince il titolo e accede ai preliminari di Champions, la seconda e la terza vanno ai preliminari di Europa League, mentre la nona e la decima retrocedono in seconda divisione. Facile, no?».
LE REGOLE DA SEGUIRE – «Sì, qualche cambiamento il COVID-19 lo ha imposto anche a noi. Prima di tutto, e questa è la cosa più triste, i tifosi ad oggi non hanno il permesso di entrare allo stadio: si gioca solo a porte chiuse. Poi c’è gel disinfettante da tutte le parti, noi calciatori non possiamo dare la mano agli avversari, ciascuno ha sempre la propria bottiglietta d’acqua e così via…».
I DIVIETI – «Possiamo abbracciarci tra compagni, basti vedere la foto della mia esultanza (ride, ndr)… Lo sputo a terra non è sanzionabile e, per fortuna, non dobbiamo usare alcuna mascherina».