Almeyda: «Superiori al Milan nel 2003. Meritavamo noi la finale. Loro fortunati col sorteggio»

by Redazione Cronache

L’ex centrocampista di Parma, Lazio e Inter e oggi allenatore dei San Jose Earthquakes, Matias Almeyda, si è raccontato ai microfoni di fcinternews.it.

INTER – «Era ed è un’istituzione mondiale. Era, e dovrà essere sempre, costruita per vincere. Rimasi due anni, peccato che a Milano non conquistammo nulla. Arrivai nel 2002, ma successivamente al 5 maggio. Se ai tempi fossi già stato nerazzurro, avremmo vinto di sicuro».

AD UN PASSO DALLA GLORIA – «Quell’Inter era in una fase di cambiamento. Tanto per dire Ronaldo il Fenomeno andò al Real Madrid. Ma noi arrivammo sino alla semifinale di Champions League, in cui fummo eliminati dal Milan solo per la regola dei gol in trasferta. Il Milan passò semplicemente perché il sorteggio lo aveva decretato come squadra di casa nella partita di andata. Fosse stato il contrario, saremmo passati noi. E la storia sarebbe potuta essere differente. Noi a giocarci la finale e i rossoneri eliminati. Volevamo vincere la Coppa dalle Grandi Orecchie. E ce lo saremmo meritati. In campo nel doppio confronto eravamo stati sicuramente superiori ai nostri avversari e avremmo meritato il passaggio del turno».

IL CARTELLINO DELLA DISCORDIA – «Mi ero arrabbiato con Corradi. Lui fino a un mese prima era stato in ritiro con noi e avevamo convissuto davvero molto bene. Ci fu un contrasto a centrocampo con Adani, ma Bernando se la prese con me e mi insultò pesantemente. Da lì, anche perché si trattava di una partita caliente, persi la pazienza  e iniziammo a discutere. Ma il direttore di gara buttò fuori solo me. Vidi il rosso e d’istinto gli rubai il cartellino. Non era giusto, ripeto: io non avevo fatto fallo, era stato Lele. D’altronde però a quei tempi c’erano arbitri che se la prendevano molto facilmente con me. Bastava che facessi X e venivo subito ammonito».