Massimo Ambrosini, ex centrocampista del Milan, ha parlato ai microfoni di Sky Sport del suo passato rossonero.
TITOLO DEL 2011 – «La difficoltà di Allegri è quella di essersi trovato nello spogliatoio una quantità di personalità e talento, iniziata con Ronaldinho e finita con Cassano: c’erano giocatori con fame e voglia di rivincita. È stato bravissimo a gestire queste personalità e mettere insieme tutti questi giocatori. Tutti volevano giocare, le partitelle erano alla morte, il rispetto era l’impegno durante l’allenamento: giocavano 11 e chi stava in panchina rosicava. Il Milan di oggi? Ambire alla Champions deve essere l’obiettivo, la differenza con chi sta davanti è ancora tanta, più o meno questa squadra l’anno scorso ha sfiorato la Champions: le basi ci sono, forse servirebbero un paio di acquisti per renderlo ancor più competitivo».
LITE TRA IBRAHIMOVIC ED ONYEWU – «Ho provato a dividerli ma era come provare ad aprire il bagagliaio di una macchina chiuso. Sono volate tre-quattro fiammate».
CASSANO – «Antonio è una persona molto più profonda e tosta di quello che vuol far vedere, è molto conscio di quello che è. I primi giorni ha detto che andavamo troppo forte: al quarto giorno ha iniziato ad andare forte anche lui, una personalità di un certo tipo riconosce queste cose. Non si è comportato bene in alcune situazioni, ma non è stupido, tutt’altro. Quando era il momento di fare le cose sul serio rispettava i ruoli e le persone».