Ancelotti: «A Istanbul Carragher mi svelò un retroscena. Il Milan più forte…»

by Redazione Cronache

L’ex allenatore del Milan, Carlo Ancelotti, ha raccontato alcuni aneddoti sul suo passato in rossonero nella diretta con Carlo Pellegatti. Ecco le sue parole.

MILAN-MANCHESTER – «Paradossalmente è stato molto importante il gol che abbiamo preso all’andata all’ultimo minuto. Siamo passati sul 3-2 e questo ci ha portato per forza a giocare una gara d’attacco al ritorno: molto più spregiudicata rispetto se all’andata fosse finita 2-2. C’era molta tensione, non era stata una stagione brillantissima e la Champions era un obiettivo molto importante. Era stata una stagione travagliata, partita dai preliminari senza preparazione. In quella semifinale di ritorno, cercavamo di raddoppiare Ronaldo il più possibile: Gattuso lo ha fatto molto bene. C’è stata una serie di circostanze favorevoli: clima giusto, gol al tempo giusto, per questo è stata una partita perfetta».

IL MILAN PIÙ FORTE – «La squadra del 2007 era inferiore a livello tecnico di quella del 2005, che rimane la squadra più forte e con la finale meglio giocata. Quella del 2005 era più forte anche di quella del 2003. Nel 2007 avevamo una motivazione straordinaria: in Champions è stata la cavalcata mossa dalla motivazione più che dalla qualità».

ISTANBUL – «Quella partita l’ho rivista dopo dieci anni, giocammo molto bene anche i tempi supplementari. Carragher mi disse che non ce la facevano più e volevano arrivare ai rigori».

SCUDETTO 2004 – «Non ho vinto tanti campionati, quello è stato il campionato della regolarità. Siamo andati a Roma e a Torino e abbiamo vinto. Gli unici momenti di difficoltà li abbiamo vissuti dopo l’eliminazione con il Deportivo e con la sconfitta contro l’Udinese dopo la sconfitta in finale di Coppa Intercontinentale».

NESTA – «Portare Alessandro al Milan è stato uno sforzo enorme che ha fatto la società quell’anno. Ho spinto molto per averlo e alla fine il presidente ha fatto questo sacrificio. Era il tassello che mancava per vincere. È un ragazzo molto modesto e umile, gli piace poco la scena, è un grande professionista. Un po’ pigro, ma con qualità fisiche straordinarie

BARESI– «Franco è stato il capitano per eccellenza, per impegno, volontà e serietà. Anche capitano della chiacchiera, parlava tanto».

MALDINI – «Da un punto di vista fisico più potente di Franco, ma due giocatori unici. Maldini si è adattato nel ruolo di difensore centrale: sono stati due giocatori inimitabili».

GATTUSO – «Era diventato indispensabile. Era più facile sostituire i trequartisti rispetto a lui. Il lavoro e l’impegno aiutano a migliorarsi, poi per arrivare a certi livelli c’è la genetica, lui è stato dotato di qualità genetiche caratteriali. L’impegno e la determinazione li devi avere dentro quando nasci».

IBRAHIMOVIC – «Non mi sorprende il fatto che giochi ancora anche se non so per quanto tempo lo farà. A livello caratteriale mi è piaciuto molto, è molto molto altruista. Era molto attento alle vicende della squadra, questo per un allenatore è importante».