L’allenatore dell’Everton, Carlo Ancelotti, è intervenuto all’interno del programma Tiki Taka – La Repubblica del pallone, dove ha affrontato tantissimi argomenti. Questa la sua intervista integrale.
Sugli esoneri: «L’esonero fa parte del nostro mestiere, non è una iattura. Quando le cose non funzionano bene tra un allenatore e una società è giusto chiudere. Se le cose funzionano bene si riescono a gestire le situazioni più difficili ma non deve essere un matrimonio forzato. L’esonero non si capisce, l’allenatore è sempre l’ultimo a saperlo. Ci sono delle sensazioni ma fino a che non c’è la notizia ufficiale non lo sai. Nel 2007 al Milan ogni volta si diceva sempre che dovesse essere la mia ultima partita e poi abbiamo vinto la Champions. Un allenatore perde solo tempo a pensare al suo esonero: deve pensare solo a fare il suo lavoro».
Sull’esperienza a Napoli:«Il Napoli è stato un bell’ambiente, una famiglia. Napoli è una bellissima città, con tante contraddizioni. Non avevo mai vissuto al sud ed era un’esperienza che valeva la pena fare».
Su Ibrahimovic: «Quando è andato a giocare in America ho pensato che fosse ai saluti finali. E invece faceva gol in tutte le partite. Ora è tornato in Italia, pensavo fosse la fine e invece anche qui fa gol ogni domenica. È immortale, come Cristiano Ronaldo. Continuare a giocare è facile ma loro non giocano e basta, segnano sempre e fare sempre gol non è così semplice. Volevo Ibra al Napoli? Chiedetelo a lui».
Sul Milan di Pioli: «Il Milan ha fatto dei passi da gigante ultimamente. Ai rossoneri manca ancora qualcosa per essere al livello di Juventus ed Inter, ma non bisogna dimenticare che questa è una stagione strana per tutti i campionati in Europa, dove vedo risultati abbastanza sorprendenti. Ci sono in testa squadre che nessuno avrebbe mai detto all’inizio della stagione. Tutto può succedere».
Su Pirlo allenatore: «Non ha bisogno di consigli ma gliene voglio dare uno: se deve affondare che affondi con le proprie idee e non con quelle degli altri».
Su Cristiano Ronaldo: «Non è mai successo che gli dicessi di non giocare perché è un giocatore più bravo degli altri. Non bisogna essere degli scienziati per capirlo».
Su Gattuso al Napoli: «Gattuso ha carattere, si è fatto le sue esperienze e mi aspettavo potesse fare un ottimo lavoro. Rino ha le capacità per farlo».
Sul ritorno in Italia: «Comincio a diventare vecchiotto».
Se fosse più dolorosa l’esperienza alla Juventus o quella al Napoli: «Sono tutte esperienze dolorose che passano però nel giro di un attimo. Bisogna guardare avanti. Alla fine di tutto saranno sicuramente di più i ricordi belli di quelli negativi. Il calcio è una mia grande passione ma tale rimane. Ci sono cose più importanti nella vita, soprattutto in questo periodo».
Se gli sarebbe piaciuto allenare Totti: «Sì, mi sarebbe piaciuto moltissimo però forse chiedevo troppo».
Sul suo modo di allenare: «È un discorso complicato. Nella mia vita, fortunatamente, nessuno ha mai usato la frusta contro di me, né mio padre, né i miei allenatori. Se una società mi sceglie per usarla ha sbagliato indirizzo».