Mi capita tutte le volte che sto per entrare in campo. Penso a tutta la fatica fatta per essere qui. Ai giorni rubati agli amici e alla fidanzata per correre dietro al pallone, per sfidare i miei limiti. Resisto al freddo, alla pioggia tagliente, al sole ustionante. Sopporto i rimproveri del mister, le lamentele di chi sta in tribuna a sottolineare i miei passaggi sbagliati. Sopporto il compagno che non me la passa dopo una sovrapposizione, il rigore contro al novantesimo, il cartellino inventato.
Sono nato per resistere e sopportare.
Perciò i campi devastati e gli avversari di turno non possono scoraggiarmi. Resisto alle sconfitte, combatto per le vittorie. Faccio quello per cui sono al mondo. Lotto, lotto tutte le maledette volte che infilo gli scarpini. Butto aria nei polmoni, scatto più veloce che posso e sento battere forte il cuore.
A piedi uniti contro le paure.
A piedi uniti contro chi mi vorrebbe sempre preciso e ordinato.
A piedi uniti contro il mondo. Perché qui comando io.