Con un gol dell’inglese Abraham la Roma ha appena vinto uno scontro diretto per l’Europa contro l’Atalanta, l’ha agganciata e superata al quinto posto. Ma a fine partita, con un tempismo incredibile, è qualcos’altro a prendersi al scena. Mentre i tifosi se stanno in curva a festeggiare e cantare “Grazie Roma”, un bolide luminoso attraversa il cielo sopra lo stadio Olimpico, e non sfugge a chi ha il telefonino già tra le mani. “È un asteroide?” si chiedono in diversi. “Anche il meteorite sta esultando per il successo della Roma” è la battuta che ritorna più spesso sui social network, dove l’episodio ci mette ben poco a diffondersi.
Come nel 1954
Del resto siamo da sempre attratti, e allo stesso tempo inquietati, dai fenomeni celesti più spettacolari. Storie che non conosciamo, domande che molte volte restano senza risposta. È ancora un mistero, per esempio, quel che è successo nel cielo del Comunale di Firenze il 27 ottobre del 1954. È un mercoledì e all’ora di pranzo si affrontano, per il campionato Cadetti, Fiorentina e Pistoiese, derby toscano. Passata alla storia come la partita degli Ufo perché interrotta, si legge sul referto dell’arbitro, “dalla presenza di qualcosa nel cielo”.
All’inizio del secondo tempo, infatti, nessuno gioca più la palla. I calciatori e i diecimila presenti hanno la testa rivolta per aria, dove fluttuano dei filamenti argentati che a un certo punto si staccano pure e “piovono” sulla città, come una neve sottile e appiccicosa. “Come un uovo che fluttua lento lento, c’era questo luccichio argentato che scendeva dal cielo” ha raccontato Ardico Magnini, uno dei giocatori più importanti della Fiorentina, con cui, insieme a diversi di quei compagni, vincerà lo scudetto della stagione successiva. “Siamo rimasti scioccati”.
Ragni, alieni… chissà
“All’epoca i giornali parlavano di alieni provenienti da Marte, ovviamente oggi sappiamo che non è così” chiarisce nel 2014 Roberto Pinotti, ufologo italiano. L’isteria collettiva, in un’epoca piena zeppa di suggestioni sugli alieni e falsi avvistamenti, porta tutti a parlare di Ufo. Anche perché gli unici dettagli scientifici disponibili sono le analisi in laboratorio volute dall’allora capocronista de La Nazione, il quotidiano locale, Giorgio Batini. Scopre che i filamenti “sono composti da calcio, silicio, alluminio, magnesio, ferro e boro” e che “al contatto con una fiamma si sono rivelati non combustibili”. La chiamerà “bambagia silicea”, un fenomeno che accompagna spesso le segnalazioni di oggetti volanti non identificati.
L’altra ipotesi che ha resistito nel corso degli anni è quella dei ragni migratori, capaci di tessere enormi ragnatele per spostarsi, quasi come se navigassero il cielo con le loro vele. La luce del sole le avrebbe fatte brillare. Una teoria che da una parte regge perché il periodo dello spostamento coincide con la data della gara (che tra l’altro, una volta ripresa, finisce 6-2 per la squadra viola), ma che viene smontata da diversi esperti per via della composizione delle ragnatele, che contengono azoto, calcio, idrogeno e ossigeno, non certo le sostanze rilevate da Batini.
E a Roma?
Per il bolide con la coda in fiamme volato sopra l’Olimpico sabato sera sembrano invece esserci spiegazioni più razionali. L’ipotesi è che sia un frammento dell’asteroide 153 Hilda, che quel giorno è stato avvistato per qualche secondo anche a Bologna e Venezia, con segnalazioni, tra sabato 26 e domenica 27 febbraio, pure da altre parti d’Italia come la Toscana, la Liguria e il Piemonte. Senza dubbio, una vittoria stellare per Mourinho e i suoi ragazzi.