Il difensore dell’Atalanta, Mattia Caldara, ha rilasciato un’interessante intervista, pubblicata questa mattina, a La Gazzetta dello Sport. Caldara ha parlato del presente nerazzurro, menzionando la Champions League, ma non ha dimenticato il Milan.
SULLA RIPRESA – «Giochiamo anche tutta l’estate: no problem, anzi. Quanto agli ingaggi, è un momento difficile: ognuno deve fare la sua parte. Niente playoff e playout: se non si riprende, è giusto considerare la classifica alla 25a. Se si riprende, si giocano le partite che mancano. E con 13 partite in meno di due mesi qualche valore può variare. Dipenderà tanto dalla preparazione fisica e da come ci si adatterà a giocare tanto e così spesso».
SULLA CHAMPIONS – «Abbiamo un modo di giocare molto particolare, che in Europa non si conosce ancora bene: dobbiamo sfruttarlo. Ma la cosa più importante è giocarli, questi quarti: almeno quanto provare ad andare avanti».
SUL MILAN – «Per la prima volta nella mia vita non sono riuscito a ripagare la fiducia avuta da un club, ad esprimermi ai miei livelli: mi brucia molto, è stata una sconfitta. Ci penso ancora, ma so che devo accantonarla: un anno e mezzo così difficile è stato già abbastanza. E al Milan dirò sempre grazie: se non ha funzionato, è stata colpa mia».
PARTITA MIGLIORE – «Non so se è stata la migliore, ma dico Atalanta-Valencia: in 5’ dalla panchina ad una gara in cui ci giocavamo tantissimo: quella sera ero finalmente molto felice grazie al calcio».
GASPERINI – «Tre anni fa mi diceva: “Fai la giocata, rischia: l’azione deve partire da voi, dal basso. Quando sono tornato idem, perché mi vedeva un po’ titubante: “Tranquillo, prova anche se sbagli: tempi e fiducia li ritrovi solo se rischi».
SULLA NAZIONALE – «Alla Nazionale e all’obiettivo Europeo penso spesso, certo, anche se so di aver perso quasi due anni: oggi mi sento indietro rispetto agli altri e se voglio recuperare devo correre più forte degli altri, fino al 2021. Spero di fare tutto il possibile per ripagare la fiducia dell’Atalanta e magari anche di Mancini. Non ci sono riuscito una volta, con il Milan, e può bastare così».