Il ‘B Day’ del Bari nasce sugli spalti, prima di giocare: «Papà, sai chi ha segnato del Monterosi?». «No, chi?». «Rocco Costantino». Quel nome risuona in tutta la tribuna del ‘Francioni’, duemila e passa tifosi arrivati fino a Latina per sognare il ritorno in B, che infatti arriva. Costantino, sì, quello che giocò si e no 5 partite nel 2020. Qualcuno dice «è fatta», mentre il bambino che ha svelato il nome del destino sorride. Ha la sciarpa al collo e gli occhi di chi si è stufato di aspettare. Avrà sì e no 12 anni. Il Bari di Ventura è un ricordo sbiadito, quello di oggi un’immagine nitida. E Mignani sale in B prima del fischio d’inizio, senza saperlo, anche se manca ancora un punticino, ma è fatta e lo sa. Lo sanno tutti, soprattutto Antenucci, che alla mezz’ora sigla il gol vittoria e scaccia l’incubo, 1-0 al Latina. Bari di nuovo B dopo 4 anni.
In Paradiso
Un grazie al Monterosi, due gol a Catanzaro, e un altro a Costantino, uno che al San Nicola è stato spettro e comparsa, soprattutto nella finale playoff di due anni fa persa contro il Reggio Audace. Simeri si fa male subito, esce in lacrime ed entra Rocco. Ottanta minuti opachi prima di lasciare Bari e i suoi tifosi, a cui forse doveva qualcosa. E infatti così è stato. Gol decisivo alla diretta concorrente e biancorossi su di giri. Serve un punto, ne arrivano tre. Il Bari si sbarazza del Latina e torna in B dopo due stagioni in C e un’altra in Serie D. Il primo anno della gestione De Laurentiis. Di quella squadra sono rimasti capitan Di Cesare e Simeri, accento sulla prima ‘I’, specializzato in favole. Nel 2019, al ‘Silvio Proto’ di Troina, siglò il gol che valse il ritorno tra i professionisti. Qualche mese prima aveva fatto male anche al Messina, prima partita del Bari in D dopo il fallimento (3-0). Domenica è entrato nella ripresa, si è fatto vedere, non ha segnato, ma ha pianto di felicità sotto la curva, cancellando le lacrime di quella finale maledetta di due stagioni prima.
Mignani, il leader
Il Bari torna in B con tre giornate d’anticipo dopo aver dettato legge in campionato: 75 punti, 57 gol fatti, 28 subiti. Un Antenucci sempre in forma nonostante i 37 anni, 17 gol in 32 partite, altro livello e altra promozione in carriera, dopo quella con la Spal in Serie A del 2017. Il gol è un manifesto del bomber di categoria, un’etichetta che forse in passato gli è pure pesata. Stavolta no: tre tocchi, un filtrante e quel sinistro strozzato che si trasforma in pepita d’oro. Protagonista. Il Bari in B è anche la vittoria di Michele Mignani, un tipo tranquillo, pacato, mai uno strillo di troppo nonostante l’assedio del Latina nel finale. Ogni tanto si sbraccia e guarda la panchina, ma già sa. Il destino glielo deve. Nel 2018, a Pescara, perse la finale playoff di Serie C contro il Cosenza, tre schiaffi sul viso. Oggi il volto è rilassato come ai tempi del Siena, triplo salto dalla C1 alla Serie A da giocatore. Chissà se riuscirà a fare il bis anche al San Nicola.
Bari, che viaggio
Il fischio finale sa di liberazione. C’è chi si butta a terra e chi corre verso la tribuna. Chi si abbraccia, chi urla, chi guarda il cielo. Chi vola sotto la curva per farsi abbracciare dai duemila tifosi presenti. Birra e champagne. Alcuni cronisti di Bari, in tribuna stampa, si commuovono mandando vocali agli amici rimasi a casa, magari al San Nicola, dove sono stati allestiti tre maxischermi. Un deja vu di fotogrammi. Prima di tornare in B il Bari ha giocato a Portici, Gela, Troina, Marsala, Acireale, Castrovillari. Dieci anni e passa fa rifilava tre gol alla Juve in casa e altri due alla Lazio all’Olimpico. Qualche tifoso già sogna: «Tra due anni siamo di nuovo lì». I bambini hanno bisogno di nuovi ricordi. Al ‘Francioni’ ci sono anche loro e si festeggia fino a tardi. Poi 5 ore in auto per tornare a casa. Lunedì c’è scuola, ma chi se ne frega.