Ve la buttiamo lì così: Federico Baschirotto è stato l’animatore di Destiny Udogie. Non è metaverso, ma vita vera. Passata. C’è stato un tempo in cui Fede doveva tenere a bada quel piccoletto dalla gambe lunghe e secche che se ne andava in giro per l’oratorio di Nogara, al Circolo Noi, un comune in provincia di Verona in cui hanno giocato Udogie e Baschirotto, ora entrambi in Serie A. Destiny, destino, perché una storia di incroci come questa schiaffeggia le coincidenze più comuni. Stavolta si parla del centrale però, due spalle grosse così e otto presenze da titolare alla prima annata in Serie A.
Il Bronzo di Riace
Baschirotto, 26 anni, è l’oro di Lecce e di Corvino, bravo a prenderlo dopo un’annata positive ad Ascoli e ad affidarlo alla cura Baroni. Il bello è che Fede, biondino dal fisico scolpito e il petto definito, un bronzo di Riace arrivato dal Veneto per fermare ogni tipo di attaccante, ha giocato quasi sempre da terzino destro. Ora fa il centrale difensivo. Umtiti non è ancora al meglio, quindi tocca a lui, il marcatore tosto che ha fermato anche Osimhen, centravanti dalle lunghe leve e il fisico da corazziere. Non si passa. Baschirotto è un self made man. Un ragazzo partito dalla Promozione e arrivato in Serie A in punta di piedi, dopo una gavetta lunga e faticosa. A 17 anni giocava a Legnago, Serie D, lo stesso club che lancerà Zanimacchia un paio di stagioni dopo. Arava la fascia con i capelli al vento e la falcata lunga, infilando anche qualche gol.
L’azienda agricola di famiglia
Federico pensa al calcio il 90% del suo tempo. L’altro 10% è dedicato alla famiglia e allo studio. I suoi hanno un’azienda agricola, lui è iscritto alla facoltà di Scienze zootecniche e tecnologie delle produzioni animali. In estate dà una mano. Legatissimo alla famiglia, ha scelto il numero 6 proprio per loro, «perché tra mamma, papà e fratelli siamo tanti». Corvino ci crede. Durante la presentazione ha sfornato una serie di numeri da database: «Ha il 78% di precisione dei passaggi, l’anno scorso ha vinto il 65% dei duelli aerei, ha segnato 4 gol…». Cose così. Baroni gli ha affidato la difesa.
Dalla Serie D alla Serie A
Gli son bastate otto partite per conquistare Lecce. I The Lesionati, un gruppo di comici salentini, gli ha dedicato perfino una canzone. Nel video Baschirotto viene definito un «armadio in giro per la città», così forte da bucare i palloni con le mani. Satira, comicità. Il manifesto di come il centrale veneto sia apprezzato dalla piazza. Quattro anni fa, dopo un paio di prestiti in giro per l’Italia tra Seregno e Forlì, ha scelto di ripartire in Serie D con la Vigor Carpaneto: «La mia vittoria».
Perseveranza, determinazione
Il Lecce l’ha preso dopo due buone stagioni a Viterbo e un’altra ad Ascoli. Al debutto in Serie A ha marcato Lukaku, un altro armadio. Il suo più grande pregio? «Perseveranza. Determinazione. Quando sei da solo in camera, lontano da casa, senza alcuna certezza, magari qualche dubbio te lo poni. Io ho sempre avuto fiducia». Come suo fratello Francesco, terzino del Caldiero in Serie D: «Ha più talento di me, deve solo crederci». Lui l’ha fatto e oggi gioca in A. Intanto ha già cerchiato di rosso la prossima data: 4 novembre, Udinese-Lecce. Chissà se Udogie ricorderà il suo vecchio animatore.