di Giacomo Brunetti
«Non ci siamo fatti mancare niente», il tono è ironico e la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta è tanta. Giustificata da una stagione che racchiude a pieno il senso della parola cavalcata.
Pasquale Schiattarella fa parte dell’anima del Benevento ed è reduce da due giorni di assoluta festa. Diversa da come l’avevano sognata, smorzata da un’attesa prolungata a causa dello stop forzato. La vittoria nel derby contro la Juve Stabia ha sancito definitivamente la degna conclusione a un campionato mai in discussione: promozione record con 7 giornate d’anticipo.
«Quando siamo usciti dallo stadio abbiamo trovato la gente riversa in strada. Sono uscito anticipatamente a causa dei crampi e, durante tutta la notte trascorsa a festeggiare, non facevo altro che cercare posti in cui sedermi. Non riuscivo a stare in piedi».
«Il grande merito dei punti di vantaggio va a Inzaghi»
Nel Benevento che vola c’è lo zampino di Filippo Inzaghi che, a quanto pare, sembra aver trovato la propria dimensione da allenatore. «Quando ho parlato con il presidente Vigorito a inizio stagione – racconta Schiattarella – la volontà era quella di andare in Serie A con una grande annata. Guardando dove siamo 10 mesi dopo, direi che ogni promessa è stata mantenuta».
Alla base di queste premesse andate in porto, a detta del centrocampista delle Streghe c’è il suo allenatore: «Se abbiamo questi punti di vantaggio, gran parte del merito è suo. Al di là della questione tecnico-tattica, è impressionante per temperamento. Da calciatore ha vinto tutto, ma martella ogni secondo. Dire ogni giorno sarebbe riduttivo, lo fa in ogni momento. Ci fa capire quanto sia importante vincere per i record, ci trasmette la fame, ci inculca in testa quanto sia importante far parlare di noi stessi. E se lo dice lui, che in carriera ha sollevato Champions e Mondiale, lo ascolti. Quando lo guardi dici: ‘Questo è Inzaghi, ha record ovunque’».
Alimentazione, recupero: SuperPippo non lascia niente al caso. «Continua a bacchettarci, e quando dopo mesi vedi che i risultati del tuo corpo arrivano, i suoi consigli hanno ancora più peso», spiega Schiatta. «Durante le settimane che precedono le partite importanti ci dice: ‘Godetevi questi momenti perché non tornano più’. Abbiamo festeggiato in questi giorni, ma con le partite ravvicinate non c’è molto tempo. Stamani, ad esempio, si è innervosito con me: ‘Rimettiti, non puoi stare fermo, alle 15 partiamo per Crotone’. Il mister è capace di farci fare doppio allenamento giornaliero nonostante abbiamo già vinto. Mentalità, si inventa sempre qualcosa per tenere l’ambizione al massimo».
«Potevamo solo farci del male da soli»
La stagione del Benevento è una escalation di successo. E Schiattarella è chiaro: «L’unico avversario del Benevento era il Benevento stesso, potevamo solo farci del male da soli».
Sono state due le partite che hanno lanciato un segnale alla squadra. «Sì, posso raccontarvi di due momenti più intensi e decisivi: «Dopo il 4-0 a Pescara. Da lì c’è stata una svolta, mentre la consapevolezza l’abbiamo trovata contro lo Spezia in casa». La Serie A era sfuggita nella scorsa stagione dopo la sconfitta nella semifinale play-off contro il Cittadella. «Il nostro spogliatoio è forte sia per personalità che per esperienza. In molti hanno fatto A e B a livello importante. Abbiamo creato qualcosa di bello insieme a un allenatore che aveva voglia di rivalsa. Io, Hetemaj e Sau avevamo voglia di tornare in Serie A».
Dopo la separazione con la SPAL, Schiattarella la scorsa estate ha scelto di fare un passo indietro e scendere di categoria: «Sono uno a cui piace giocare, quando mi è stata data la possibilità in Serie A l’ho fatto con oltre 30 gare a stagione. A me non piace guardare gli altri, il sabato o la domenica voglio essere in campo. Ho preferito fare un passo indietro per poi farne due avanti. E sono stato bravo a scegliere». Una decisione che ha pagato: «Siamo una squadra esperta, ci davano come come terzi o quarti nelle previsioni pre-stagionali. È bello aver fatto ricredere tutti». Nessuna paura nella cavalcata verso la promozione: «Più arrivano i risultati e meglio stai moralmente. Cresceva l’autostima».
«I gol del mister e l’arrivo dei big»
Tra le curiosità della stagione dei sanniti c’è la voglia di Filippo Inzaghi di segnare anche in allenamento, come mostrato da un video pubblicato dal Club su Instagram alcune settimane fa. «Io e Moncini contro lui e Di Serio, ha scaraventato in rete di testa un cross di Hetemaj. Ha fatto il giro del mondo, ma alla fine quella sfida l’abbiamo vinta noi».
E adesso il Benevento sogna in grande. Loïc Rémy ha già firmato ma sul mercato si fanno diversi nomi. «Abbiamo bisogno di acquisti – conclude Schiattarella – perché è tutto molto diverso dalla Serie B. Il sogno, se proprio devo fare un nome, sarebbe Ibrahimovic, ci metterei la firma. Le più grandi differenze sono nella qualità dei singoli e nei tempi di gioco: in Serie A manovra e palleggio, in Serie B se non vai con la testa giusta prendi le legnate, devi stare molto più attento alle seconde palle e alla parte difensiva».