Beppe Bergomi, storico ex capitano dell’Inter e da molti anni opinionista e commentatore per Sky Sport, ai microfoni di Radio Deejay è tornato a parlare del Mondiale vinto nell’82, a soli diciotto anni.
EMOZIONE – «La gioia più grande vissuta è quella del Mondiale ’82, scontato ma è stata una grande emozione sia mia che dei miei compagni che erano grandi uomini e grandi giocatori che hanno permesso ad un giovane di diciotto anni di vincere un Mondiale».
BAFFI – «Ero lo ‘zio’, ma ero giovane ugualmente. Mi hanno chiamato così perché Marini, quando a sedici anni sono entrato nello spogliatoio dell’Inter, avevo già i baffi, mi chiese ‘tu quanti anni hai? Sembri mio zio‘, e da lì è rimasto».
FESTE – «Dobbiamo tornare indietro trent’otto anni, quindi non pensare ai festeggiamenti che ci sono adesso, tutto era con una moderata esultanza. Niente champagne, ci siamo abbracciati, siamo stati insieme e alla fine siamo andati in albergo, c’erano quelli che sono rimasti con le mogli, io e Baresi siamo usciti e siamo andati in discoteca. Non è così diverso rispetto a ora».
SPOGLIATOIO – «In nazionale non ero l’unico giocatore dell’Inter, c’erano anche Oriali, Marini, Altobelli… Eravamo in cinque dell’Inter, quello è stato sicuramente d’aiuto. Però hai fatto dei nomi che avevano grandissima personalità, oltre a Zoff, quelli che mi incutevano più timore erano Tardelli e Gentile per l’aspetto caratteriale. Quando sono arrivato nello spogliatoio dell’Inter l’impatto iniziale con Graziano Bini è stato duro».