Bologna, De Leo: «Teniamo alta l’asticella. Con Mihajlovic c’è fiducia»

by Redazione Cronache

L’attuale tecnico del Bologna, in sostituzione a Mihajlovic, Emilio De Leo, ha rilasciato un’intervista al Resto del Carlino. De Leo ha parlato della condizione dei suoi giocatori e di come tenere alta l’attenzione degli stessi:

SUGLI ALLENAMENTI – «Come sapete non stiamo facendo allenamenti, i ragazzi hanno un programma atletico da seguire. La sosta ci aiuta a recuperare dagli acciacchi, non temiamo un calo atletico. Questo spogliatoio è solido dal punto di vista morale e molto unito. Stiamo cercando di organizzare una videochat collettiva in cui rivedersi tutti».

SU MIHAJLOVIC – «Ho collaborato con Sinisa ai tempi della sua prima esperienza con il Bologna nel 2008, ma senza incontrarci. Il nostro tramite fu Salsano, suo ex compagno, che mi segnalò quando Sinisa costruì il suo primo staff: facevo l’analisi degli avversari, poi per un po’di tempo Sinisa lavorò con altri. Dopo l’esperienza alla Fiorentina, Salsano mi richiamò per dirmi che Mihajlovic mi voleva per lo staff della nazionale serba. Ci siamo sentiti al telefono e incontrati solo allora, era il 2011, da allora abbiamo lavorato insieme. Per certi versi il ruolo da frontman è stata una cosa automatica, ero l’anello di congiunzione tra molti componenti del gruppo, anche Lamberti, Baldi e Apicella vengono dalla mia città e conoscevo bene gli altri, ero anche quello che lavorava con Sinisa da più tempo».

SUL DUALISMO CON TANJGA – Per quanto riguarda il discorso mediatico invece ha avuto un peso anche la lingua, visto che Tanjga non parla l’italiano: all’inizio un po’d’ansia c’era, perché era una cosa nuova, ma io sono uno che non si tira indietro. E comunque la difficoltà maggiore non è parlare in pubblico: è farlo sapendo di essere il portavoce di Sinisa, cercando di trasmettere le sue idee senza snaturarmi. Ma sapevo che non dovevo provare ad imitarlo, siamo troppo diversi e non sarei stato credibile. Mi sono dispiaciuti certi commenti (“Se ci fosse Sinisa le cose andrebbero meglio”) quando erano strumentali, ma sapevamo di andare incontro a questo rischio. Credo però non fosse corretto ragionare così e noi non volevamo dare alibi a nessuno. Siamo comunque riusciti a gestire la situazione anche se qualcosa per strada l’abbiamo lasciata».

SUL FUTURO –  «Non lo so, io penso sempre al mio compito immediato. Quest’anno voglio crescere e non mi pongo limiti sapendo con chiarezza qual è il mio ruolo».