Sinisa Mihajlovic, può tornare a casa. Nella conferenza stampa indetta oggi, ha parlato della sua malattia e del percorso attraversato. Presenti anche i calciatori rossoblu, che si sono presentati in sala stampa per dimostrare la loro vicinanza al tecnico. Al microfono sono anche intervenuti il Ceo Claudio Fenucci, Blerim Dzemaili, il dottor Michele Cavo e la dottoressa Francesca Bonifazi dell’Istituto di Ematologia dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Ecco gli estratti più importanti.
DZEMAILI: «Ci sei mancato molto. Volevamo farti questa sorpresa, anche se so che non sei molto contenti di noi ma faremo il massimo per renderti felice. Grazie di essere tornato».
FENUCCI: «Per noi è una gioia averlo qui. Questa situazione non ha fatto altro che rafforzare il nostro legame. Ringrazio l’Ospedale Sant’Orsola per la collaborazione e per l’enorme umanità. Sinisa è stato trattato come un qualsiasi paziente. La sua vicenda ha dato modo di creare una solidarietà non indifferente nel mondo del calcio. Dobbiamo continuare a dare visibilità a questi temi civili, creando consapevolezza all’interno della società. Questo è l’impegno che il calcio italiano deve prendersi».
SINISA: «Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicino durante questi mesi. Questa conferenza serve per spiegare la situazione e le cure effettuate. L’ultima volta che ci siamo sentiti era il 13 luglio e mi è sembrato giusto essere qui con i medici. Al Sant’Orsola ho conosciuto grandi medici, che hanno saputo supportarmi. Nonostante il mio carattere forte, il loro appoggio psicologico è stato fondamentale. Fin dal primo momento ho saputo di essere in buone mani. Senza di loro, non sarei qui. Mi ritengo molto fortunato, ringrazio in particolare la mia famiglia per tutto. Questa esperienza ti fa capire quanto importante la vita, apprezzi qualsiasi cosa. Capisci la gioia anche di una semplice boccata d’aria».
DOTT. CAVO: «Sono qui per volontà di Sinisa. Il nostro silenzio era legato alla necessità di essere totalmente cauti e prudenti nei confronti di questa malattia. La complessità della diagnosi e della terapia è stata affrontata al meglio da parte di tutti. La storia di Sinisa si può declinare per ogni paziente. Stiamo parlando di una leucemia acuta mieloide, che comporta una proliferazione incontrollata dei globuli bianchi, a discapito del midollo osseo. Abbiamo dovuto capire se ci fossero state mutazioni genetiche. Una volta accertato tutto, sapevamo che il trapianto di midollo sarebbe stato d’obbligo ed è avvenuto un mese fa. L’approccio a questa malattia ha comportato cure chemioterapiche. Sinisa dice di aver chiuso oggi un ciclo di 4 mesi, ma per noi non è così».
DOTT.SSA BONIFAZI: «Il trapianto di midollo non è un intervento chirurgico. Le cellule hanno attecchito e questo è stato fondamentale e ad oggi non ci sono complicanze. I primi 100 giorno sono delicatissimi e importantissimi, perché il sistema immunitario è ancora molto fragile e non c’è una tempistica precisa. Si può parlare di guarigione dopo 5 anni. Il nome del donatore di midollo non si può sapere».
Al termine degli interventi, Sinisa Mihajlovic ha risposto alle domande della stampa riguardo la sua squadra.
SQUADRA: «Sapevo che la mia condizione avrebbe la malattia avrebbe condizionato la squadra ma non ho mai voluto che fosse una scusa. Ringrazio tutti, ma sanno quanto mi aspetto da loro. Ho cercato di esserci in ogni modo con loro e per loro. Sono molto arrabbiato per i risultati, per il gioco e per l’atteggiamento. Da adesso in poi bisogna dare il 200%. Chiunque non si rimetterà in carreggiata se la vedrà con me. Dopo la sfida col Parma, nonostante il pareggio, sapevano che sarei stato molto arrabbiato».
IBRAHIMOVIC: «Con Zlatan ci siamo sentiti un paio di volte, vediamo cosa succede. Da parte sua l’interesse c’è e lo farebbe per l’amicizia che ci lega. Per questo bisogna dare peso anche alle altre ipotesi. In generale penso che prima del 10 dicembre non succederà nulla».
RIENTRO: «Per ora posso andare a Casteldebole, ma non posso stare in una stanza chiusa con tanta gente per troppo tempo e fuori posso stare senza prendere il sole. Al momento non posso andare allo stadio, punto ad esserci contro Milan e Atalanta».
PANCHINA D’ORO: «Accetterei questo riconoscimento, solo se legato ai risultati ottenuti con il Bologna. Se dovessero darmelo per via della malattia, allora non lo vorrei, non mi serve».