Apri la classifica di Premier League e tra le prime quattro c’è l’intruso. L’Arsenal di Gabriel Jesus, il Manchester City di Erling Håland, il Tottenham di Antonio Conte e il Brighton. Quarto posto e 11 gol fatti, di cui 5 domenica al malcapitato Leicester di Brendan Rodgers. Ruoli ribaltati? Dice Transfermarkt che il Brighton ha la terzultima rosa per valore della Premier League, e invece in classifica è quarto. Overperforming? C’è di più. Una piccola favola nella cittadina portuale famosa per acquario e porto turistico col molo, il Pier, dove nel 2017 c’erano 100mila tifosi in parata per festeggiare il ritorno del BHA in Premier League, a 34 anni dall’ultima volta. Che storia. Ci sono il coro Sussex by the Sea, scritto da William Ward e cantato dai soldati britannici nella prima guerra mondiale, e il derby dell’Autostrada (la A23): Brighton contro il Crystal Palace di Patrick Vieira.
Add that to the list of special days supporting this club. 😍 Thanks for your support! 🙌 pic.twitter.com/zskE4GWWGX
— Brighton & Hove Albion (@OfficialBHAFC) September 4, 2022
Potter, Cucurella e… Çalhanoğlu
Come volano i Gabbiani. Una volta erano Dolphins, poi hanno cambiato specie e da allora sono i Seagulls, i gabbiani che banchettano col pesce al Molo. Ecco il soprannome del magico Brighton. Il mago è Graham Potter, 47enne di Solihull, West Midlands, dove ha sede la Land Rover. Il suo team (Billy Reid e Bjorn Hamberg) è lo stesso di Östersund, in Svezia, dove il club – oggi ultimo in seconda serie svedese – nel 2017 batteva 2-1 l’Arsenal all’Emirates ai 16mi d’Europa League con Aly Keita e Brwa Nouri (entrambi si sono raccontati a Cronache). La magia è svanita con la partenza di Potter, prima allo Swansea, poi dal 2019 al Brighton. Prende il posto di Chris Hughton e sforna talenti. Gli ultimi? Yves Bissouma, stella del Mali, Marc Cucurella e Neal Maupay, rivenduti per oltre £ 100M. I prossimi? Uno può essere Pascal Groß: figlio d’arte – suo padre Stephan ha insegnato a Çalhanoğlu a battere punizioni –, è qui dal 2017, quando il Brighton era una neopromossa. A suon di Cruyff turn, ha conquistato tutti. Ha già segnato 3 gol in Premier: meglio di lui (4) solo Alexis MacAllister, 23enne argentino ex Boca Juniors.
Graham Potter❤️ #BHAFC pic.twitter.com/STs6wUhBlx
— Josh (@JoshhWatkins) August 27, 2022
Brighton, Clough, lo stadio ceduto
Il Brighton United nasce nel 1897. Dura tre anni e dal suo fallimento nasce un club amatoriale, il Brighton & Hove Rangers. Ma nel 1901 appare una terza squadra – Brighton & Hove United – che è oggi quarta in Premier League. Viene fondata in un pub e diventa presto Brighton & Hove Albion (il nome attuale). Le magliette blu diventano blu a strisce bianche, il club partecipa alla Southern League: semiprofessionismo. Nel 1910 poi, contro ogni pronostico, il BHA vince il Charity Shield battendo l’Aston Villa: è l’unico trofeo mai vinto dal club. Che negli anni Sessanta finisce in quarta serie. Neanche il mitico Brian Clough, qui nel 1973/74, inverte la rotta. Ma nel 1979 il Brighton batte il Newcastle 3-1 all’ultima giornata e arriva in First Division “scortato” dai tifosi lungo le 350 miglia di ritorno a casa. Nell’odierna Premier League, i Gabbiani giocano fino al 1983. Quattro anni. Poi retrocedono e perdono la finale di FA Cup al replay col Manchester United. Seguono problemi economici: il BHA, in quarta serie, cede il suo stadio, Goldstone Ground. I tifosi insorgono e un imprenditore tifoso, Dick Knight, rileva il club tra la tristezza generale. È il 1997.
It is times like now where you realise how truly lucky we are as a club to have an owner like Tony Bloom.
He lives, breathes and loves the club.#BHAFC 🔵⚪️ pic.twitter.com/N370dsd02o
— Charlie Parker-Turner (@CParkerTurner) April 18, 2021
Bloom, scommesse e Belgio
Cambia tutto col nuovo millennio: nel 2004 il Brighton è 4° in Second Division, poi passa in Championship dopo la riforma del calcio inglese. Due anni ed è retrocessione, poi nel 2011 è ancora Championship. Da qui i Gabbiani non si muovono. In sei stagioni, perdono tre volte i playoff e così in primavera 2017 serve 2-1 sul Wigan (e il secondo posto in classifica) per volare dritti in Premier League, 34 anni dopo l’ultima volta. Nel frattempo, Knight lascia nel 2009. Il nuovo presidente è Anthony Grant Bloom, nato a Brighton nel 1970. Suo nonno e suo zio hanno avuto incarichi dirigenziali nel club, lui – laureato in matematica all’università di Manchester – fa l’agente immobiliare e giocatore d’azzardo professionista. Scommesse, private equity, immobiliare: ha fatto una fortuna. Gestisce pure l’Union Royale Saint-Gilloise – rivelazione dello scorso campionato belga – e ha finanziato personalmente l’AmEx Community Stadium, inaugurato nel 2011, attuale casa del Brighton. Tony Bloom, Paul Barber, mettici pure Graham Potter. Scommessa vincente. Come volano i Gabbiani…