Cadere, rialzarsi con un mental coach e assistere i compagni: Luis Alberto

by Redazione Cronache

Lasciare la famiglia a 12 anni, superare un provino tra più di 500 ragazzi – all’epoca al Siviglia -, giocare in tre stati diversi – Spagna, Inghilterra e Italia – e consacrarsi qui da noi, in maglia biancoceleste. La Lazio e Luis Alberto si sono cercati e trovati nel 2016, per la modifica cifra di 5 milioni di euro – fin troppo bassa per le prestazioni di oggi – dopo anni di prestito aspettando il momento giusto. Il campionato che riparte, con la lotta scudetto più che aperta tra Juventus e Lazio – e a distanza segue l’Inter -, attende la continuazione delle scene dove uno degli attori principali è proprio Luis Alberto.

Mental coach e fiducia di sé

Giocare a centrocampo vuol dire vivere nella terra di mezzo, in bilico tra il successo e il fallimento: un giorno si pende da una parte e si gioisce, il giorno successivo dall’altra e ci si rattrista. È proprio quello che è successo a Luis Alberto, rimasto per qualche stagione ingabbiato dentro il suo stesso potenziale e non per una questione tattica, ma mentale. Come ne è uscito? Grazie ad un mental coach – come raccontato a Radio Marca.

MENTAL COACH – «È cambiato tutto in una stagione: ho preso fiducia in me stesso e da anni sto vivendo un periodo straordinario. Mi ha aiutato anche un mental coach, cambiando totalmente il mio modo di pensare e la mia maturità. Mi sentivo davvero scoraggiato, poi ho capito che si trattava soltanto di lavorare e ritrovare la fiducia»

La passione per il carnevale

Spagnolo d’origine e di professione – a livello tecnico, per come vede il gioco, lo anticipa e ne detta i tempi -, Luis Alberto è rimasto molto legato alla terra madre. Nel suo percorso di calciatore, oltre al mental coach, è stata di rilievo la figura della moglie Patricia: sempre accanto nei momenti difficili, l’arma in più che permetteva allo spagnolo di diventare di conseguenza l’arma in più di Inzaghi. Legato alle persone così come al territorio, il classe 1992 ha una passione sconsiderata per il carnevale di Cadice – uno dei più noti in Spagna – che ogni anno assorbe le sue attenzioni. Si vocifera, da quelle parti, che se Luis Alberto non riesce a essere presente in prima persona, segue la festa che va in onda in televisione o sui social network.

La statistica che lo consacra re degli assist

Un giocatore generoso in campo. E no, non c’entra l’atteggiamento se non quello con i compagni: nelle ultime quattro stagioni – guarda caso tutte in maglia biancoceleste -, lo spagnolo ha sempre concluso i campionati con più assist che gol: 2 a 1 nel 2016/17; 14 a 11 l’anno successivo; 5 a 4 la scorsa stagione e l’attuale competizione in corso. Numeri alla mano, Luis Alberto è la bilancia del centrocampo di Simone Inzaghi: assiste i compagni, ricuce il gioco e quando ne ha la possibilità lascia la propria firma sul tabellino di gara. La corsa verso lo scudetto passa (anche) da lui.