Nella sala stampa della Sardegna Arena è stato presentato dal presidente Tommaso Giulini il nuovo allenatore del Cagliari Walter Zenga.
CAGLIARI – «Inizio dicendo che ho chiamato subito Rolando Maran, che stimo e che penso abbia fatto un buon lavoro. Il Cagliari è un’ottima squadra, mi sono riproposto di riportare entusiasmo in una squadra importante che rappresenta una regione».
SQUADRA IN DIFFICOLTÀ – «Mio figlio Walter jr. non vede l’ora di arrivare a Cagliari a giocare con Joao Pedro, Nainggolan e Simeone perché lo abbiamo visto giocare con Fiorentina e Parma. L’ho visto tante altre volte, con il presidente c’è un rapporto di grande stima e amicizia, il Cagliari è una squadra che seguo da tempo».
RIFIUTO 2014 – «Era un momento particolare, avevo i bambini piccoli ed ero in ballottaggio con un mio grande amico come Gianfranco Zola. Non possiamo parlare di un rifiuto, ma prendo questa domanda come spunto per dimostrare a tutti coloro che nutrono dubbi su di me che si erano sbagliati».
TECNOLOGIA – «A me piace molto guardare le cose che facciamo con i miei collaboratori, con cui eravamo fino a poco fa a rivedere quello che abbiamo fatto. Max lo conosco da una vita, credo che sappia fare benissimo la match analysis, così come la presenza del professor De Bellis: non abbiamo bisogno di avere 15 persone, possiamo dividerci bene il lavoro con quelli che siamo».
ENTUSIASMO – «Non abbiamo bisogno di alibi, ma voglio sicuramente riportare entusiasmo a questa piazza. Sicuramente le due settimane di lavoro che mi trovo davanti mi aiutano tantissimo: sono tanti piccoli aspetti su cui lavorare, ma è questa l’unica risposta che posso darle».
IDEA DI CALCIO – «Quando alleno mi metto l’elmetto per difendere la mia squadra, credo che questo venga apprezzato da tutti. La mia idea di calcio è quella che già proponevo a Crotone, penso che qualcuno se lo ricordi».
PASSATO – «Non posso dire nulla di quel che è stato fatto prima, per rispetto di chi mi ha preceduto. I 32 punti messi insieme uniti al fatto che da tante partite non si vinca testimoniano che un problema c’è, ma ora serve coraggio e non paura, perché questa porta negatività e sconfitte. Io credo che si debba uscire dallo stadio dando tutto, ma è l’atteggiamento che conta, forse ancora più della vittoria».
MODULO – «I numeri contano il giusto, ma quel che conta sono i principi di gioco che un allenatore deve dare alla sua squadra».
CRAGNO O OLSEN – «Male che vada gioco io. Seriamente, meglio avere 3 portieri affidabili su cui scegliere piuttosto che non averne. Abbiamo esempi in giro per il mondo, a volte si perdono pure le Champions. Per quanto riguarda lo staff, poi, ho portato solo un elemento: Gianni Vio, esperto sulle palle inattive. Ci divertiremo tanto anche su questo frangente».
GIGI RIVA – «Gigi è la terza persona che ho sentito nell’ordine di chiamate. Prima Maran, poi Gianfranco Matteoli, cui ho ricordato di avergli fatto vincere uno scudetto, poi ho sentito lui. Cosa ci siamo detti? Resta tra noi
FORMAZIONE – «Non esistono gerarchie, ma gioca chi merita. Io faccio il bene del club, sempre con l’elmetto in testa».