Un palmares lungo da elencare ma che, tra i tanti trofei, vanta il singolare record di aver vinto il campionato in almeno 4 dei top 5 campionati d’Europa. Dal Milan al Chelsea, passando per il Real Madrid, dal PSG al Bayern Monaco, Carlo Ancelotti ha vinto sia in ambito nazionale che internazionale, spesso con a disposizione campioni o squadre che hanno fatto la storia. Nel 2010 ha stilato la sua top 11, una formazione composta dai migliori calciatori che ha allenato. Noterete esclusioni eccellenti, ma è anche vero che la maggior parte dei giocatori più forti della nostra storia sono passati sotto la gestione Ancelotti. Tra queste Ronaldo, CR7, Inzaghi. Insomma, di formazioni ne verrebbero anche tre o quattro. Intanto ecco la sua.
Il modulo scelto è il 4-4-2:
Gianluigi Buffon
Cafu
Il laterale destro che giocava con il sorriso. Ancelotti lo ha avuto, chiaramente, al Milan. Soprannominato il “pendolino”, il brasiliano era un piacere per gli occhi e uno di quei giocatori che gli allenatori vorrebbero sempre con loro. Accompagnare la fase offensiva, fare sovrapposizioni, ripiegare e dare una mano al centrale. Questa era, in breve, la partita di Cafu, ogni domenica.
Thiago Silva
Il centrale brasiliano, ancora ad altissimi livelli, è stato scelto da Ancelotti dopo l’esperienza al PSG. Silva, infatti, non è riuscito a farsi coinvolgere dal mister nell’esperienza al Milan, poiché arrivò l’anno dopo in cui l’allenatore abbandonò Milanello. Thiago Silva è comunque stato scelto da Ancelotti per gli anni al PSG con il quale, in Francia, hanno vinto tutto.
John Terry
Uno dei primi nomi che salta all’occhio nella top 10 è il suo. Il centrale inglese, spesso in carriera sommerso dalle polemiche, ha dato diverse garanzie ad Ancelotti negli anni di militanza al Chelsea. Con i blues vanta infatti una Premier League e una coppa d’Inghilterra, agli albori della presidenza di Abramovich.
Paolo Maldini
La difesa è blindata, due quarti della retroguardia sono composti da pilastri del Milan, con il quale ha raggiunto per ben tre edizioni la finale di Champions League, vincendola due volte. Impossibile ignorare il terzino destro adattato in questa formazione, bandiera rossonera, e parte integrante di questa top11.
Andrea Pirlo
Uno dei giocatori che con Ancelotti ha trovato la consacrazione è stato Pirlo. Nel corso dell’esperienza al Milan, infatti, il bresciano è stato reinventato come regista basso, rivoluzionando totalmente il modo di vedere il calcio. Pirlo regista è stato, in modo assoluto, l’evoluzione del doppio centrocampista davanti alla difesa. Se ora chiamiamo un centrocampista tecnicamente forte che gioca basso “regista” lo dobbiamo solamente alla mossa di Ancelotti con Pirlo.
Frank Lampard
Altra bandiera dei blues, Lampard è stato un fedelissimo di Ancelotti al Chelsea. In diverse occasioni il tecnico ha provato a portarselo dietro al Real Madrid o al PSG, ma con poco successo.
Zinedine Zidane
Nelle sopracitate stagioni alla Juventus, Ancelotti incontra un fenomeno dal nome Zidane. Il francese, che in bianconero stava giocandosi le migliori carte, ha avuto la fortuna di incontrare Ancelotti, suo mentore poi al Real Madrid. Zizou, infatti, è stato collaboratore e vice di Ancelotti ai blancos, in un’esperienza che gli ha dato tanto. Gli anni da vice lo hanno portato ad una maturità importante che, da allenatore, gli ha permesso di vincere tre Champions League di seguito.
Kakà
«Quando lo vidi la prima volta mi misi le mani nei capelli: occhialini, pettinatissimo, faccia da bravo ragazzo, solo non vedevo la cartella con i libri e la merendina. Oddio, abbiamo preso uno studente universitario. Benvenuto all’Erasmus. Finalmente un bel giorno si presentò da noi per allenarsi. Prima domanda che avrei voluto fargli: ‘Hai avvertito papà e mamma che oggi non vai a scuola?’. Poi però è sceso in campo e… Apriti cielo. Ma apriti per davvero… Con il pallone tra i piedi era mostruoso. Uno dei giocatori più forti che abbia mai allenato» Bastano queste poche frasi per descrivere il rapporto tra Ancelotti e Kakà al Milan. Il brasiliano è stato protagonista di diverse vittorie internazionali rossonere negli anni di Ancelotti, tanto da vincere l’ultimo Pallone d’Oro prima dell’era Ronaldo-Messi.
Andrij Shevchenko
L’ucraino è stato il simbolo, insieme a Inzaghi e Gilardino, dell’attacco rossonero. Anche lui venuto quasi dal nulla, in una terra calcisticamente sconosciuta come l’Ucraina, è stato una delle sorprese più liete per Ancelotti al Milan, tanto da preferirlo a tutti gli attaccanti che ha allenato. Un mix di tecnica, velocità e potenza esplosiva che gli ha permesso di segnare più di 125 gol in rossonero e di conquistare un Pallone d’Oro.
Zlatan Ibrahimovic
Poche parole per lo svedese. Uno dei pochi nomi ancora in attività, Ibrahimovic ha impressionato Ancelotti nell’esperienza al PSG. Carisma, fame di vittoria e voglia di prevalere hanno convinto Ancelotti a inserirlo al fianco di Sheva, per una formazione che ha dell’incredibile.