C’è correlazione tra la criminalità di un Paese e i cartellini estratti durante le partite del relativo campionato?

by Redazione Cronache

 

Prodotto interno lordo

Se si guarda con attenzione il grafico proposto dal CIES, si può notare come, tendenzialmente, più è alto il PIL pro capite di un Paese, più diminuiscono le ammonizioni e le espulsioni medie a partita del rispettivo campionato.

Più in sintesi, per citare alcuni esempi, il Giappone con un PIL pro capite pari a 39.289 dollari (al 2018) conta 2,5 cartellini estratti di media per match. All’opposto, la capolista Bolivia, con i suoi 6,80 cartellini di media, conta un PIL pro capite di 3,548 dollari (al 2018).

Indice di sviluppo umano

Più l’indice è alto, più è alto il numero di cartellini a partita. Sempre la Bolivia conta un indice di 0,7, mentre, ad esempio, sempre il Giappone, ha un indice poco superiore allo 0,9. Stesso discorso per la Norvegia che, con una media di 3 cartellini a partita, ha un indice pari allo 0,95.

Tasso di omicidi

Qui la ‘capolista’ è l’Uruguay, con più di 10 omicidi ogni 100 mila abitanti e una media di 0,51 espulsioni a partita. Sempre il Giappone all’ultimo posto: 0,3 omicidi ogni 100 mila abitanti e una media di 0,08 espulsioni per match. L’Italia conta 0,8 omicidi ogni 100 mila abitanti e 0,27 espulsioni a partita in Serie A.

Indice di corruzione percepita

Più la percezione degli abitanti è alta, più gli arbitri estraggono cartellini. La Bolivia ha un indice di corruzione percepita vicino a 30 (su una scala regressiva da 100 a 1). Il contrario accade per molti paesi scandinavi come la Norvegia (indice pari a 83) o la Finlandia (3,83 cartellini per un indice di 84).