di Giulio Zampini
Da riserva a eroe di Anfield, tutto in una notte. Per Marcos Llorente, oltre che per l’Atletico Madrid, il passato sembra già alle spalle e il futuro si prospetta più roseo che mai. Non se lo aspettava nessuno, tantomeno lui, ma alla fine due tiri chirurgici da fuori area sono serviti (e bastati) per battere il Liverpool e accedere ai quarti di Champions.
Chi è Marcos Llorente
Marcos Llorente, mediano dai piedi buoni ma anche centrocampista che di certo non tira indietro la gamba, fino a ieri era conosciuto soprattutto (se non soltanto) in Spagna, dove ha iniziato e continuato la sua carriera: Real Madrid, Alavés e poi l’approdo all’Atletico Madrid. Essere allenato da Simeone è sempre stato tra i suoi obiettivi: “Il Cholo? Uno dei migliori al mondo, da lui posso imparare tanto” aveva detto al momento della presentazione in maglia colchoneros, estate 2019. Da lì, a 25 anni compiuti lo scorso gennaio, è iniziata la svolta nella carriera del calciatore spagnolo: utilizzato a fasi alterne in campionato, è in Champions che è letteralmente (e calcisticamente) esploso, con l’ultimo botto regalato ieri sera ad Anfield: 64′ minuti di gioco, due gol, un assist e Atletico Madrid ai quarti.
Le difficoltà del ruolo
I suoi compiti in campo sono tanti, e tutti fondamentali. D’altronde sono i piani di Simeone a richiedere il massimo impegno, oltre che la massima attenzione. Perché fare l’esterno di un centrocampo a quattro nell’Atletico Madrid è diverso da farlo in altre squadre. A chi ricopre quel ruolo il Cholo chiede molteplici accortezze: dare profondità alla squadra in fase offensiva, farla rifiatare in situazioni di vantaggio, coprire la difesa in fase di non possesso e dare una mano allo sviluppo della manovra in ogni momento. In altre parole, Simeone chiede all’esterno di centrocampo di essere l’ago della bilancia della squadra, nonostante non sia centrale. Per certi versi, però, il centrale di centrocampo è il secondo ruolo di Llorente, e forse anche il più congeniale viste le sue caratteristiche: rispetto all’esterno i compiti “sporchi” non cambiano, ma la vicinanza alla porta – rispetto a quando dalla fascia destra deve rientrare – è un plus per tutta la squadra. Il Liverpool da ieri lo sa bene: mai lasciare spazio dal limite a Marcos Llorente.