“Oggi superiamo i confini di una tristezza che sembrava sconfinata”, riporta chi ha conosciuto di persona Gianni Mura, storica penna del giornalismo italiano scomparsa questa mattina a 74 anni per un arresto cardiaco improvviso.
Chi era Gianni Mura
Uomo di cultura, di mondo e giornalista sportivo di grande caratura, anche se chi ha avuto l’onore di percorrere una parte di vita con lui ritiene riduttiva la qualifica di “giornalista sportivo”. Gianni Mura era un giornalista a tutto tondo, di Costume con la C maiuscola – riporta chi l’ha conosciuto per davvero. E allora lasciamo la parola, in suo ricordo, anche a chi ha fatto parte della sua vita.
Studi classici e poi umanistici, Gianni Mura è nato come penna del mondo del calcio e poi diventato Penna – con la P maiuscola – del ciclismo. A partire dalla Gazzetta dello Sport, che l’ha svezzato come giornalista e dato il via alla sua carriera che poi ha preso piede con La Repubblica. Famosa è anche la sua opera “Giallo su giallo”, inerente al Tour de France del 2007.
I ricordi di lui
«Un grande giornalista. Una persona per bene, un maestro. Tutti abbiamo cercato di imparare da lui. Lui ha imparato al fianco di Gianni Brera. La storia del giornalismo. La nostra storia. I tuoi libri sono sempre i primi che ho voglia di sfogliare. E sarà cosi, ancora». (Riccardo Cucchi, ex radiocronista)
«Gianni Mura c’era sempre, era lì, solido, riservato, curioso. Non aveva mai bisogno di alzare la voce e non cercava mai la ribalta. Era il più grande giornalista sportivo, per passione e per capacità di racconto. Impossibile immaginare che non ci sia più». (Mario Calabresi, ex direttore del quotidiano La Repubblica)
«In una primavera senza Milano Sanremo, in un maggio senza Giro, in un mondo senza più biciclette, se ne va il più bravo tra noi. Berremo un bicchiere di rosso lombardo in tuo onore, Gianni Mura». (Anonimo)